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Gli integratori di vitamina D e OMEGA-3 potrebbero ridurre il rischio di sviluppare malattie autoimmuni

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L’assunzione giornaliera di integratori di vitamina D – o una combinazione di vitamina D e olio di pesce omega-3 – sembra comportare un minor rischio di sviluppare malattie autoimmuni, con un effetto più pronunciato dopo due anni. Lo rileva uno studio condotto su anziani statunitensi, pubblicato recentemente sul British Medical Journal.

I ricercatori affermano che l’importanza clinica di questi risultati è elevata, “dato che si tratta di integratori ben tollerati e non tossici e che non ci sono altre terapie efficaci conosciute per ridurre i tassi delle malattie autoimmuni”.

Le malattie autoimmuni

La malattia autoimmune si verifica quando il sistema di difesa naturale del corpo attacca erroneamente le cellule normali. Nella maggior parte casi è identificabile uno specifico antigene verso il quale si sviluppa la risposta immunitaria, ma non sempre questo risulta ben definito.

Tra le malattie autoimmuni sono comprese condizioni mediche di varia natura e di gravità molto differente. Possono colpire un singolo organo o una serie di organi, presentandosi in modo estremamente eterogeneo.

In molti casi la malattia autoimmune viene diagnosticata in giovane età e diventa così una condizione cronica, che accompagna il paziente per tutto il corso della vita, gravata da importanti costi economici e sociali.

Tra le malattie autoimmuni più comuni vi sono l’artrite reumatoide, la psoriasi e le malattie della tiroide. Tutte malattie che aumentano con l’età e colpiscono in particolare la popolazione femminile.

I principali fattori di rischio sono legati al profilo genetico del paziente, ma giocano un ruolo rilevante anche fattori ambientali, come il fumo, l’alimentazione, l’esposizione a virus e batteri, l’assunzione di farmaci e l’esposizione a sostanze tossiche.

L’incidenza delle malattie autoimmuni è in costante aumento in tutto il mondo, ma in particolare nei paesi industriali.

Vitamina D e omega-3: antinfiammatori naturali

La vitamina D svolge un ruolo essenziale nel metabolismo osseo, ma possiede anche effetti antinfiammatori, regolando la risposta immunitaria. Recentemente è stato evidenziato come una carenza di vitamina D possa associarsi ad una maggiore gravità dei casi di COVID-19, con tassi di ospedalizzazione e mortalità più elevati.

In particolare, molti studi hanno rilevato come una carenza di vitamina D si associ a un’alta incidenza di sclerosi multipla.

A loro volta gli acidi grassi omega-3 riducono l’infiammazione diminuendo i livelli di IL-6, MCP-1, TNFα e hsCRP, l’espressione delle molecole di adesione delle cellule endoteliali e influenzano significativamente la composizione ematica degli acidi grassi. Per questo sono stati utilizzati per anni nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma con risultati decisamente insoddisfacenti.

Vitamina D e omega-3 per prevenire le malattie autoimmuni

Nessuno studio di ampia portata, con un disegno randomizzato, aveva però valutato se questi integratori erano in grado di influire sul rischio di sviluppare malattie autoimmuni.

Per questo, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia della Harvard T.H. Chan School of Public Health, a Boston, ne Massachusetts, hanno deciso di testare gli effetti degli integratori contenenti vitamina D e omega-3 di olio di pesce sui tassi delle malattie autoimmuni in 25.871 adulti statunitensi. I soggetti inclusi nello studio avevano un’età media di 67 anni, erano in leggera prevalenza donne (51%) e in netta prevalenza bianchi non ispanici (71%).

Quando sono stati reclutati nello studio, i partecipanti hanno fornito informazioni sulla loro età, etnia, regione di residenza, reddito, istruzione, stile di vita, peso, anamnesi, dieta e uso di integratori. Sono stati misurati anche i livelli ematici di vitamina D e acidi grassi omega-3.

I partecipanti sono stati quindi assegnati in modo casuale a ricevere vitamina D (2.000 UI/giorno) o placebo, oppure acidi grassi omega-3 (1.000 mg/giorno) o placebo.

È stato chiesto loro di informare i ricercatori nel caso qualsiasi malattia autoimmune fosse stata diagnosticata nel corso del follow-up, che ha avuto una durata media di 5,3 anni. Queste includevano tra le altre, artrite reumatoide, polimialgia reumatica, con dolore e rigidità nei muscoli intorno alle spalle, collo e fianchi, malattie della tiroide e psoriasi.

I casi segnalati dai pazienti sono stati poi verificati e confermati utilizzando i dati contenuti nelle cartelle cliniche. Quelli con documentazione insufficiente per raggiungere una diagnosi di certezza sono stati classificati come casi “probabili”.

Malattie autoimmuni: una riduzione del 22%

Nel corso dell’intera durata dello studio, una malattia autoimmune confermata è stata diagnosticata in 123 partecipanti nel gruppo trattato con vitamina D, rispetto ai 155 inclusi nel gruppo placebo, evidenziando quindi un tasso relativo inferiore del 22%.

Nel gruppo dei soggetti inclusi nel gruppo trattato con acidi grassi omega-3 sono stati diagnosticati 130 casi confermati, rispetto ai 148 segnalati nel gruppo che aveva assunto il corrispondente placebo, con una riduzione del 15%. Questo risultato non ha però raggiunto la significatività statistica.

Tuttavia, quando sono stati inclusi casi probabili, gli integratori di acidi grassi omega-3 hanno ridotto significativamente il tasso del 18% rispetto al placebo. Inoltre, è stata rilevata un’interazione significativa con il tempo, indicando un effetto più forte di questi integratori se venivano assunti per un periodo particolarmente prolungato.

Risultati simili sono stati trovati considerando solo gli ultimi tre anni dello studio. Il gruppo con vitamina D ha avuto il 39% in meno di casi confermati di malattia autoimmune rispetto al placebo, mentre il gruppo con acidi grassi omega-3 ha avuto il 10% in meno di casi confermati, rispetto al placebo. Sia la vitamina D che gli integratori di acidi grassi omega-3 hanno ridotto le malattie autoimmuni di circa il 30% rispetto al solo placebo.

La prima evidenza diretta degli effetti di vitamina D e acidi grassi omega-3

Questo studio ha incluso un vasto numero di soggetti che ha coinvolto una popolazione generale, diversificata, con alti tassi di aderenza al trattamento. Anche il follow-up si è protratto per un periodo particolarmente lungo.

Tuttavia, i ricercatori riconoscono di aver testato solo una dose e una formulazione di ciascun integratore e affermano che i risultati potrebbero non applicarsi agli individui più giovani.

D’altra parte, i risultati di questo studio appaiono rilevanti, rappresentando la prima evidenza diretta, ottenuta con un disegno sperimentale adeguato, che l’integrazione quotidiana con vitamina D o acidi grassi omega-3, o una loro combinazione, per cinque anni, tra gli anziani statunitensi, riduce l’incidenza di malattie autoimmuni, con effetti più pronunciati quando questi composti erano stati assunti per due anni.

“Stiamo continuando a seguire i partecipanti per due anni in uno studio di estensione per testare il decorso temporale di questo effetto di riduzione delle malattie autoimmuni”, scrivono gli autori. “Ulteriori studi potrebbero valutare questi interventi nelle popolazioni più giovani e in quelle con un alto rischio di malattie autoimmuni”.

Ed è proprio in quest’ultima popolazione che un trattamento con integratori a base di vitamina D o acidi grassi omega-3 potrebbe fornire i migliori risultati.

 

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