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Melanoma: ottimi risultati con l’immunoterapia combinata

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Melanoma on a patient's skin. Released by the National Cancer Institute

L’uso dell’immunoterapia combinata di relatlimab e nivolumab può migliorare i risultati per i pazienti con melanoma avanzato chirurgicamente rimovibile. Questi, in sintesi, i risultati preliminari di uno studio clinico di fase 2 pubblicato recentemente sulla rivista Nature, risultati che possono fornire ulteriori prove dell’efficacia e della sicurezza di questa nuova terapia di combinazione per le forme avanzate della malattia.

L’immunoterapia combinata con relatlimab e nivolumab

Nel marzo 2022, l’immunoterapia combinata con i farmaci relatlimab e nivolumab ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense dopo i risultati favorevoli di sicurezza ed efficacia dello studio di fase 2/3 RELATIVITY-047 sul melanoma metastatico avanzato non rimovibile chirurgicamente.

Per comprendere meglio il potenziale di questa terapia per le prime fasi della malattia, Rodabe Amaria e colleghi hanno studiato questa combinazione in 30 pazienti con melanoma in stadio avanzato rimovibile chirurgicamente. I pazienti hanno ricevuto due dosi iniziali di relatlimab e nivolumab prima dell’intervento, seguite da altre dieci dosi; un paziente non è stato sottoposto a intervento chirurgico.

Una risposta patologica completa

Complessivamente, 17 pazienti hanno ottenuto una risposta patologica completa, definita come assenza di evidenza di tumore al momento dell’intervento chirurgico, con circa il 70% dei pazienti che mostrava qualche evidenza di risposta al trattamento. Durante il trattamento iniziale non sono stati osservati eventi avversi gravi immuno-correlati. Ai follow-up 1 e 2 anni dopo l’intervento chirurgico, la sopravvivenza senza evidenza di recidiva del tumore è stata rispettivamente del 100% e del 92% per i pazienti che hanno avuto una risposta patologica iniziale, rispetto all’88% e al 55% per quelli che non l’hanno evidenziata.

Gli autori concludono che sebbene la dimensione del campione dello studio fosse piccola e che saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare qualsiasi impatto clinico a lungo termine, questi dati iniziali sono incoraggianti. Combinati con i risultati di studi precedenti, questi risultati possono fornire prove del valore dell’utilizzo dei tassi di risposta patologica come predittori precoci dei potenziali benefici a lungo termine del trattamento.

 

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