Home Neurologia La trombectomia endovascolare nell’ictus: l’importanza della tempestività

La trombectomia endovascolare nell’ictus: l’importanza della tempestività

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Trombectomia meccanica/courtesy Medtronic Inc.

La ricanalizzazione del vaso trombizzato, sia che avvenga per aspirazione sia per rimozione meccanica, ha evidenziato effetti positivi nella prognosi di pazienti con ictus.

Sorge ora la stessa domanda che si poneva in passato per la rivascolarizzazione in corso di infarto del miocardio: in quanto tempo va eseguita la procedura perché sia efficace dal punto di vista prognostico?

Questo dubbio viene affrontato in una metanalisi, pubblicata con libero accesso sul JAMA, che cerca di stabilire il lasso di tempo che deve intercorrere tra evento ed intervento, in cui la trombectomia endovascolare dimostra di essere vantaggiosa.

Gli endpoint analizzati per valutare il beneficio della procedura, valutati a tre mesi, sono stati: il grado di disabilità, valutata con la scala di Rankin modificata (mRS). Sono stati valutati anche outcome di sicurezza come la mortalità a 90 giorni, l’emorragia intracranica sintomatica entro le 36 ore, l’ematoma parenchimale intracerebrale maggiore, comparso radiologicamente entro le 36 ore.

L’analisi finale si è svolta su un gruppo di 634 pazienti nei quali veniva eseguito un trattamento endovascolare e in un gruppo di 653 pazienti che ricevevano solo un trattamento medico.

I risultati hanno evidenziato che l’intervento endovascolare si associava ad un minor grado di disabilità a tre mesi, con un punteggio mRS di 2,9 rispetto ad un 3.6 registrato nel gruppo trattato con terapia medica.

Il ritardo nell’eseguire la procedura di rivascolarizzazione si associava ad un corrispondente incremento del grado di disabilità, mentre queste differenze non erano evidenti nel secondo gruppo di pazienti.

Il declino del grado di beneficio iniziava a 3 ore (2,79) e proseguiva a 6 ore (1,98) e a 8 ore (1,57). Corrispondentemente la probabilità di indipendenza funzionale passava da 2,83 a 3 ore a 2,32 a 6 ore e a 2,03 a 8 ore.

Il momento in cui il limite inferiore di confidenza al 95% per un beneficio clinico al trattamento, incrociava il valore di 1,0 e non era più significativo, corrispondeva ad un intervallo di tempo di 7 ore e 18 minuti.

I risultati di questa metanalisi sembrano quindi confermare i vantaggi della trombectomia rispetto alla sola terapia medica, ma indicano altresì che la rapidità con cui il paziente viene sottoposto alla procedura riveste un’importanza critica tanto che, se si superano le 7 ore, i vantaggi in termini di riduzione della disabilità si vanno perdendo.

 

Saver JL, et al. Time to Treatment With Endovascular Thrombectomy and Outcomes From Ischemic Stroke: A Meta-analysis. JAMA. 2016;316(12):1279-1288.

 

LIBERO ACCESSO

 

 

 

Per chi fosse interessato all’argomento, suggeriamo l’aggiornamento delle linee guida dell’AHA/ASA su trattamenti endovascolari per i pazienti con ictus ischemico acuto, pubblicate su Stroke.

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