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Gibilterra: il punto più stretto dello stretto, Tarifa e Baelo Claudia

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Baelo Claudia

La Brexit ha recentemente riacceso il contenzioso tra Spagna e Regno Unito sulla sovranità di Gibilterra, mettendo in allarme i numerosi frontalieri spagnoli che quotidianamente varcano questo confine per recarsi al lavoro. L’atmosfera in questa piccola colonia britannica è peraltro del tutto tranquilla e quotidianamente è visitata da centinaia di turisti.

Per chi visita l’Andalusia si tratta di una meta quasi obbligata, anche se in realtà il piccolo paese dello stretto non offre spunti di particolare interesse, se non il fascino di un luogo che da sempre gioca un ruolo importante nella storia dell’Europa e che conserva tutt’oggi un valore strategico estremamente importante.

 

Tarifa

Proprio vicino a Gibilterra esistono però altri piccoli paesi, molto più interessanti da visitare.

A una cinquantina di chilometri dalla colonia britannica, proseguendo in direzione sud, si può raggiungere il bel paesino di Tarifa, situato proprio nel punto in cui l’Europa continentale più si avvicina al Marocco.

La parte più bella da visitare è il centro storico, circondato da antiche mura, parte del Castillo de Tarifa, che si trova nella sua zona sud, affacciato sul porto.

Tarifa – Piazza di Santa Maria

Il paese fu fondato dai Greci e divenne poi la prima colonia romana in Spagna. Come il resto dell’Andalusia non sfuggì alla conquista degli arabi, ed è proprio dal nome del comandante berbero Tarif Malik che deriva la sua denominazione attuale.

Entrando dalla porta di Jerez, a nord del centro, si entra in un dedalo di strette viuzze, vivacizzate da numerosi negozi di artigianato e ristoranti. Scendendo per calle N.tra Sra. de la Luz si arriva sulla via principale che attraversa il borgo, calle Sancho IV. Girando a sinistra ci si trova in pochi passi difronte alla facciata della chiesa di San Matteo, costruita con grossi blocchi di pietra, su cui risaltano quattro colonne bianche. L’interno è piuttosto sobrio, niente a che vedere con altre chiese andaluse dominate dal barocco.

Da qui si possono esplorare le molte stradine che si diramano in ogni direzione. Qualsiasi di queste decidiate di seguire, probabilmente arriverete in Plaza S.Maria. Una verdissima piazzetta con aiuole ben curate e popolata da numerose piante di arancio e di palme. Sul lato sud domina la Casa Consistorial, dove trovano sede alcuni uffici pubblici. Seguendo questa facciata verso sinistra, dopo poche decine di metri si entra in un’altra piazzetta situata proprio sulla sommità delle antiche mura, nel loro limite sud verso il porto. Anche questo spazio è molto gradevole, occupato com’è da edifici dai tipici colori bianco e ocra. Raggiungendo il camminamento delle mura si può godere una bellissima vista su tutto lo stretto e scorgere in lontananza i due principali centri sull’altra sponda del mare: Tangeri e Ceuta.

 

La spiaggia di Tarifa

Proprio sotto le mura si trova il porto commerciale, da dove partono i traghetti per Tangeri.

Più a destra del porto si scorge anche l’isola di Tarifa, un piccolo scoglio, largo poche centinaia di metri, dove si trova anche un faro.

Seguendo le mura in direzione ovest si raggiunge il castello di Tarifa, conosciuto anche come il castello di Guzmán el Bueno. Il vero nome del suo fondatore è in realtà Alfonso Pérez de Guzmán, militare e nobile, nato nella città di León nel 1256. Fu Sancho IV che nel 1294 ricorse a Guzmán per la difesa di Tariffa, minacciata dall’infante Don Juan, fratello del monarca. In quell’occasione si combatté duramente e il figlio minore di Guzmán fu ucciso. La storia, convertita in leggenda, racconta che Guzmán il Buono lanciò un coltello dal suo castello, affinché ammazzassero suo figlio, catturato dagli assedianti, piuttosto che cedere al loro ricatto.

Una volta completata la visita al centro storico, non può mancare un po’ di relax sula lunghissima spiaggia del paese. Disposta sul lato ovest del centro urbano, che si allunga per oltre sei chilometri sulla costa oceanica.

Tarifa – La chiesa di San Matteo

Nei dintorni della spiaggia si possono trovare numerosi ristorantini, dove mangiare semplici tapas, specialità locali o piatti di pesce. Per molti il forte vento che quasi costantemente spazza questo tratto di costa, sarà percepito come fastidioso. Al contrario, i numerosi appassionati di kitesurf che arrivano su questa spiaggia, lo trovano perfetto per praticare il loro sport preferito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La spiaggia di Bolonia e Baelo Claudia

A poche decine di chilometri da Tarifa, proseguendo lungo la costa oceanica, si raggiunge un’altra lunga striscia di sabbia: la spiaggia di Bolonia.

In realtà non esistono strade facilmente transitabili che costeggino il mare. Per raggiungerla è necessario puntare verso l’interno e poi dirigersi nuovamente verso l’oceano.

La spiaggia di Bolonia

Oltre ad essere una spiaggia molto bella e ampia, nonché sferzata del solito vento, è conosciuta per la sua enorme “duna”. Sull’estremità nord di questa spiaggia si è infatti accumulato, portato dal vento, un gigantesco cumulo di sabbia che ha invaso l’entroterra per alcune centinaia di metri, soffocando una splendida e vastissima pineta che si estende in questo tratto di costa. La sabbia ha coperto gli alberi facendoli morire e tutt’oggi sembra in ulteriore espansione. Da qui, al tramonto, è possibile osservare il sole che scende sull’orizzonte, in contrasto con il blu dell’oceano, il verde della pineta e il giallo della sabbia.

 

Alle spalle della spiaggia si trova però il vero piatto forte di questa zona, ovvero le rovine romane di Baelo Claudia.

Quest’antica città fu fondata alla fine del II secolo a.C. come punto di riferimento per gli scambi commerciali con l’Africa settentrionale. Anche la pesca era molto florida e sono tuttora ben visibili, nella parte della città vicina alla spiaggia, le enormi vasche dove i romani ponevano quanto pescato, e dove preparavano il famoso garum, una salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato, che gli antichi romani aggiungevano come condimento a molti piatti. Si doveva trattare di una sorta di pasta d’acciughe, ma dall’odore e dal sapore ben più forte e sgradevole.

La duna di Bolonia

Baelo Claudia raggiunse il massimo splendore tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., ai tempi dell’imperatore Claudio, cui è dedicata, ma poi arrivò inesorabile il declino, forse dovuto ad un forte terremoto che ne distrusse gran parte.

Visitando gli scavi si può chiaramente osservare la disposizione della città, ovviamente orientata verso il mare. Anche il ben conservato anfiteatro, come di consueto nell’epoca romana, presenta le gradinate disposte a favore dell’oceano. Altri monumenti di estremo interesse sono la basilica, dove erano celebrati i processi, e il tempio per la dea egiziana Iside. Altri templi sono dedicati a Giunone, Giove e Minerva. Non possono ovviamente mancare i resti di negozi, un mercato e i bagni termali. La città era rifornita di acqua da ben tre acquedotti, le cui vestigia sono ancora in parte visibili.

Baelo Claudia è un luogo molto affascinante, con i suoi colonnati ancora ben visibili e in parte integri che sovrastano il blu dell’oceano.

Fate molta attenzione perché solitamente le rovine sono aperte per le visite con un orario piuttosto limitato e insolito, generalmente dalle 9 alle 15. In compenso, la buona notizia è che l’ingresso per i cittadini europei, dotati di documento di riconoscimento nazionale, è gratuito.

 

 

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