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La seppia comunica cambiando il colore della pelle

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Credit: Stephan Junek

La quantificazione in tempo reale dello stato di espansione di decine di migliaia di cellule cutanee pigmentate di seppia viene riportata in un recente articolo apparso sulla rivista Nature.

Questi risultati contribuiscono a migliorare la nostra comprensione delle complesse trasformazioni fisiologiche associate ai vari stati percettivi della seppia, come se la pelle rispecchiasse i pensieri.

La famiglia delle Sepiidae, che contiene tutte le seppie, abita le acque oceaniche tropicali e temperate. Sono animali che vivono per lo più ad una scarsa profondità, anche se sono noti per arrivare fino a circa 600 metri. Hanno una distribuzione geografica insolita: sono presenti lungo le coste dell’Asia orientale e meridionale, dell’Europa occidentale e del Mediterraneo, così come in tutte le coste dell’Africa e dell’Australia, ma sono totalmente assenti dalle Americhe.

Il colore della pelle cambia per comunicare

Seppie e polipi hanno una capacità ineguagliata di cambiare il colore e l’aspetto materico della loro pelle per mimetizzarsi o comunicare socialmente, grazie alla spremitura controllata di una miriade di cellule pigmentate della pelle, chiamate cromatofori. Tracciare gli stati di espansione di questi cromatofori fornisce una descrizione quantitativa – e potenzialmente anche una descrizione neurale – dello stato percettivo degli animali in tempo reale.

I cromatofori del mantello

Gilles Laurent e colleghi hanno sviluppato metodi computazionali e analitici per indagare in questo campo delle seppie che si potevano comportare liberamente. Gli autori hanno filmato sei animali immersi in un serbatoio per un periodo di settimane. Hanno classificato i cromatofori del mantello dorsale della seppia con una risoluzione a una cella singola a 60 fotogrammi al secondo. Hanno anche monitorato le dinamiche del pattern spostando una mano sopra le seppie e provocandone il passaggio dall’oscurità alla luce.

Gli autori hanno esaminato questa transizione con diverse ripetizioni e hanno dimostrato che su ogni animale lo stimolo ha generato gli stessi schemi di espressione.

Gli autori suggeriscono che questi risultati consentono una descrizione obiettiva di un comportamento percettivo complesso e che questo approccio potrebbe fornire spunti sui principi organizzativi sottostanti i sistemi neurali.

 

Guarda il video che presenta i risultati dello studio.

 

Sam Reiter, et al. Elucidating the control and development of skin patterning in cuttlefish. Nature, 2018.

 

 

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