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Diabete tipo 2: vitamina D3 e acidi grassi omega-3 non migliorano la funzionalità renale

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Nei soggetti con diabete di tipo 2 l’assunzione di integratori con vitamina D3, o acidi grassi omega-3, non ha alcun effetto protettivo sulla funzionalità renale.

Questi i risultati di un recente studio, pubblicato nei giorni scorsi online sul JAMA, che ha tolto ogni possibile illusione sugli effetti clinici di queste sostanze, basati sui loro meccanismi d’azione, che potenzialmente coinvolgono tra gli altri il sistema renina-angiotensina, i processi infiammatori e lo sviluppo della fibrosi renale.

La malattia renale cronica nel diabete

La malattia renale cronica è una delle principali complicanze microvascolari del diabete. Rappresenta inoltre uno stadio che in alcuni casi precede lo sviluppo di una malattia renale allo stadio terminale. La progressione verso questo stadio più grave della nefropatia è caratterizzata sul piano clinico dalla comparsa di micro e macroalbuminuria ed è sostanzialmente influenzata da condizioni concomitanti quali l’ipertensione arteriosa e l’iperglicemia.

Con i progressi raggiunti nella comprensione dei meccanismi fisiopatologici coinvolti nello sviluppo di una nefropatia cronica, differenti sono stati i trattamenti proposti per la sua prevenzione e cura, ma con risultati a volte controversi.

Studi condotti sugli animali hanno permesso di evidenziare come il calcitriolo sia in grado di ridurre l’attività del sistema renina-angiotensina, così come l’infiammazione a livello renale e lo sviluppo conseguente di fibrosi. Dal canto loro gli acidi grassi omega-3 hanno evidenziato proprietà antinfiammatorie e antitrombotiche, potenzialmente in grado di prevenire la malattia renale cronica.

Vitamina D3 o acidi grassi omega-3 per previene la malattia renale cronica

Questo nuovo studio ha voluto verificare se l’assunzione di integratori di vitamina D3, o acidi grassi omega-3, fosse in grado di previene lo sviluppo o la progressione della malattia renale cronica in pazienti con diabete di tipo 2.

Con un disegno randomizzato, fattoriale, sono stati analizzati i risultati ottenuti in oltre 1.300 soggetti di età media 67,6 anni e con un eGFR medio basale di 85,8 mL/min/1,73 m2. La diagnosi di diabete era stata posta tra i 6 e i 10 anni prima.

Quattro i gruppi di trattamento in cui sono stati divisi i partecipanti: vitamina D3 (2000 UI/giorno) e acidi grassi omega-3 (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico; 1 g/giorno); vitamina D3 e placebo, placebo e acidi grassi omega-3 o doppio placebo. Il follow-up è durato ben 5 anni.

L’outcome principale dello studio era la variazione della velocità di filtrazione glomerulare stimata dalla visita basale alla fine del follow-up.

Risultati deludenti

I risultati hanno evidenziato variazioni simili della velocità di filtrazione glomerulare stimata nei gruppi trattati con gli integratori e in quelli che avevano assunto placebo. La variazione media di eGFR dal basale all’anno 5 era di -12,3 mL/min/1,73 m2 nei pazienti trattati con vitamina D3, -12,2 mL/min/1,73 m2 in quelli trattati con acidi grassi omega-3 e di -13,1 mL/min/1,73 m2 in quelli che avevano assunto il placebo.

Dei tre endpoint secondari valutati (tempo all’outcome composito di una riduzione di almeno il 40% dell’eGFR dal basale, insufficienza renale o morte; tempo per una riduzione di almeno il 40% di eGFR dal basale; variazione del rapporto albumina-creatinina nelle urine dal basale a 5 anni) nessuno ha evidenziato differenze significative legate al tipo di trattamento.

Preservare la funzione renale

Preservare la funzione renale nei pazienti con diabete di tipo 2 è un obbiettivo importante. Purtroppo però, in base ai risultati di questo studio, vitamina D3 e acidi grassi omega-3 non possono essere d’aiuto.

L’uso di integratori contenenti queste molecole non si sono dimostrati in grado di indurre modificazioni positive sull’indice stimato di filtrazione glomerulare, nonostante un trattamento prolungato fino a 5 anni.

D’altra parte, molti sono i trattamenti farmacologici per il trattamento della malattia renale cronica che sono tutt’ora oggetto di studio, tra cui i bloccanti del sistema renina-angiotensina, gli antagonisti dell’aldosterone, gli inibitori del fattore di crescita trasformante beta (TGF-β), gli analoghi del glucagon-like peptide 1 (GLP-1) e gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio SGLT2. Le armi con cui combattere la malattia renale nei pazienti diabetici non mancheranno.

 

Franco Folino

 

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