Il modo in cui una seconda ondata di infezioni da COVID-19 potrebbe evolversi in tutta Europa nei prossimi mesi è modellato in un documento pubblicato sula rivista Scientific Reports. Lo studio ha utilizzato i dati sui tassi di infezione e sui viaggi all’interno e tra i paesi europei.
I risultati suggeriscono che una seconda ondata in Europa si verificherà tra luglio 2020 e gennaio 2021 e che la tempistica precisa dei picchi dei tassi di infezione per ogni paese potrebbe essere controllata attraverso il distanziamento sociale, il controllo degli hotspot locali e le misure di controllo delle frontiere.
La seconda ondata di COVID-19: la situazione in Europa
Utilizzando i dati della prima ondata, ma consentendo una variazione del 15% nei tassi di infezione, Giacomo Cacciapaglia e colleghi hanno dimostrato che la tempistica dei picchi della seconda ondata è fortemente dipendente dai tassi di infezione, con picchi più rapidi previsti per i paesi con tassi di infezione più elevati. Le misure di allontanamento sociale e il comportamento individuale responsabile, se implementati precocemente, possono avere un forte effetto sul momento in cui si verificano i picchi.
Tenendo conto della situazione attuale in Europa, dove dieci paesi – Belgio, Bosnia, Croazia, Cechia, Grecia, Paesi Bassi, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Spagna – hanno mostrato l’inizio di una seconda ondata all’inizio di agosto, gli autori hanno modellato le dinamiche temporali di una seconda ondata per tutti i paesi in Europa e ha creato una simulazione video di quando è probabile che una seconda ondata raggiunga il picco in ciascun paese.
La seconda ondata di COVID-19: le misure di prevenzione
I risultati mostrano che è probabile che si verifichino picchi tra luglio 2020 e gennaio 2021, ma i tempi precisi per ciascun paese potrebbero essere potenzialmente modificati tramite il controllo delle frontiere e le misure di distanziamento sociale, nonché il controllo degli hotspot locali. Gli autori suggeriscono che il modello, che può essere facilmente regolato non appena nuovi dati diventano disponibili, può essere uno strumento utile per governi, mercati finanziari, industria e singoli cittadini per prepararsi in anticipo e possibilmente contrastare la minaccia di ondate pandemiche ricorrenti.