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Un dolcificante artificiale potrebbe causare fenomeni trombotici: eritritolo sotto accusa

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Un dolcificante artificiale comunemente usato come aggiunta agli alimenti, l’eritritolo, potrebbe essere collegato allo sviluppo di malattie cardiovascolari. La segnalazione arriva da un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

I dolcificanti artificiali sono utilizzati in alimenti e bevande per ridurre l’apporto di zuccheri e calorie. Sono spesso consigliati come alternativa allo zucchero, per le persone con malattie metaboliche, come il diabete e le malattie cardiache. Sono generalmente considerati sicuri dalle agenzie di regolamentazione, ma sono state condotte poche ricerche sui loro effetti sulla salute a lungo termine.

L’eritritolo, un sostituto dello zucchero comunemente usato nei prodotti alimentari, e dal nome poco rassicurante, è scarsamente metabolizzato dall’organismo. È prodotto naturalmente e si trova a bassa concentrazione anche nella frutta e nella verdura, ma viene aggiunto a livelli più elevati agli alimenti trasformati.

Stanley Hazen e colleghi hanno condotto uno studio su 1.157 persone, nelle quali era stato valutato il rischio di sviluppare malattie cardiache, analizzando gli eventi intercorsi durante un intervallo temporale di tre anni.

Eritritolo: una generazione accelerata di coaguli

Analizzando le sostanze chimiche presenti nel sangue, gli autori hanno osservato che i livelli di più composti che sembravano dolcificanti artificiali, in particolare l’eritritolo, erano associati a un aumento del rischio futuro di infarto e ictus nei tre anni di follow-up. Le associazioni sono state confermate in coorti indipendenti, sottoposte ad una valutazione cardiologica elettiva negli Stati Uniti (n = 2.149) e in Europa (n = 833).

Gli autori hanno eseguito ulteriori studi che dimostrano come l’aggiunta di eritritolo al sangue intero, o alle piastrine, ha portato a una generazione accelerata di coaguli. Un riscontro che è stato confermato anche in studi condotti su modelli animali.

Gli autori hanno anche avviato uno studio di intervento, prospettico, su otto volontari sani. Hanno esaminato i livelli plasmatici di eritritolo dopo che avevano consumato 30 g di una bevanda zuccherata contenete questo dolcificante e hanno riscontrato aumenti sostenuti dei suoi livelli, al di sopra delle soglie note per aumentare i rischi di fenomeni coagulativi. Questi livelli elevati sono stati persistenti, prolungandosi per 2-3 giorni, e sono stati rilevati in tutti i volontari.

Gli autori suggeriscono che i risultati del loro studio potrebbero indicare un legame tra l’aumento dei livelli di eritritolo e l’aumento del rischio di fenomeni trombotici. Tuttavia, notano che, poiché le coorti studiate hanno un’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare, resta da determinare se risultati simili si osservino in soggetti apparentemente sani, monitorati per periodi di follow-up più lunghi.

 

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