Home Neurologia Scoperte quasi 100 nuove aree funzionali della corteccia cerebrale

Scoperte quasi 100 nuove aree funzionali della corteccia cerebrale

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by David Shattuck, PhD. and Paul M. Thompson, PhD

La materia grigia che compone la corteccia cerebrale è costituita principalmente da corpi cellulari di neuroni, principalmente astrociti, che proiettano i loro assoni verso gli strati più interni del cervello, costituendo con le loro guaine mieliniche la sostanza bianca.

Nella corteccia si distinguono tre tipi principali di aree, quelle sensoriali, le motorie e le aree associative, ma andando oltre questa semplice classificazione di base, si estende una mappa incredibilmente complessa di aree funzionali, che si distribuiscono in modo più o meno uniforme sulla superficie della corteccia.

Da moltissimi anni la ricerca ha cercato di identificare con precisione la disposizione spaziale di queste aree, ma la complessità strutturale e funzionale del sistema nervoso centrale rende estremamente difficile l’operazione. Tutti i più significativi progressi in questo lavoro di mappaggio corticale, sono stati possibili grazie allo sviluppo di strumenti tecnologici sempre più evoluti, che consentono in modo incruento di visualizzare l’attività cerebrale delle differenti porzioni della corteccia.

A questo scopo è nato nel 2009 lo Human Connectome Project, che ha come obiettivo quello di ricostruire una mappa virtuale che illustri le connettività anatomiche e funzionali del cervello umano.

Dai progressi di questo programma, che utilizza sofisticati sistemi tecnologici, come la risonanza magnetica multimodale, si è giunti ad ottenere una mappa molto precisa delle aree funzionali cerebrali, così come presentato in un recente lavoro pubblicato su Nature.

Attraverso un’analisi semi-automatizzata, condotta su 210 soggetti sani, sono state così caratterizzate in totale ben 180 aree per emisfero, 97 in più rispetto a quante conosciute finora.

mappa corteccia 2

Lo scopo del progetto va però oltre e si sta cercando di ottenere in modo automatico la distribuzione corticale di queste aree, per poterne caratterizzare rapidamente la peculiare distribuzione in qualsiasi individuo, quasi ad ottenere una sorta di impronta caratteristica della corteccia.

Se questo processo venisse completato, sarà possibile svolgere studi neuroanatomici con relativa semplicità e identificare soggetti con organizzazioni atipiche, con sostanziali vantaggi per lo studio fisiopatologico e la diagnosi delle malattie neurologiche.

Per chi volesse conoscere più in dettaglio le pubblicazioni che sono scaturite dallo Human Connectome Project ed avere altre informazioni sul progetto, può visitare il sito www.humanconnectomeproject.org

 

Glasser MF, et l. A multi-modal parcellation of human cerebral cortex. Nature 2016.

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