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Effetti dell’inquinamento atmosferico sulle malattie renali

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Negli ultimi decenni sono stati il sistema cardiovascolare ed il polmone al centro delle ricerche volte ad evidenziare gli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico. Sale oggi all’attenzione degli esperti un nuovo organo bersaglio: il rene.

Fino ad oggi gli studi clinici che riguardavano il rene si erano limitati a considerare gli effetti nocivi del fumo di sigaretta, nel mese di dicembre sono stati pubblicati due lavori che offrono invece un’analisi ben più completa sugli effetti degli inquinanti sull’organo, evidenziando effetti nocivi che possono indurre neoplasie e una nefropatia membranosa.

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Quest’ultima patologia è stata l’argomento di uno studio condotto in Cina e pubblicato sul “Journal of the American Society of Nephrology”. Il campione analizzato era composto da oltre 70.000 pazienti con glomerulopatia documentata da biopsia, ed un’età media di 37,3 anni. L’inquinante considerato è stato il PM2.5, nella sua media basata sulle misurazioni di tre anni.

I risultati hanno evidenziato come livelli più elevati di esposizione al PM2.5 si associava ad un aumento del rischio di nefropatia membranosa, con un rapporto non lineare: a concentrazioni di PM2.5 sopra i 70 μg/m3, per un aumento di 10 μg/m3, si verificavano un 14% in più di casi di nefropatia membranosa (OR 1.14); per valori di PM2.5 sotto ai 70 μg/m3 la curva era piatta (OR 1.02). L’incremento annuo del rischio per questa malattia era maggiore nelle città con trend più elevati nelle concentrazioni di PM2.5. Questi dati hanno portato gli autori a stimare che in Cina il 15.2% dei casi di nefropatia membranosa sia attribuibile alle polveri sottili.

E’ interessante osservare che le concentrazioni di polveri misurate nel corso dello studio non sono state particolarmente elevate, variando dai 6 ai 114 μg/m3 (media 52.6 μg/m3). Siamo quindi ben lontani dai valori clamorosi misurati in alcune occasioni a Pechino, che sono arrivati a sfiorare i 1000 μg/m3, ma sono molto vicini alle medie europee e italiane.

Quasi contemporaneamente a questo lavoro, è stata pubblicata sull’”International Journal of Cancer” un’analisi condotta sulle popolazioni dello “European Study of Cohorts for Air Pollution Effects” (ESCAPE), che ha confrontato le concentrazioni di inquinanti atmosferici (polveri e ossidi di azoto) con l’incidenza di neoplasia renale, in un follow-up di oltre 14 anni. Nell’analisi sono state considerate solo neoplasie primarie del parenchima.

L’analisi ha mostrato valori di hazard ratio più elevati associati a concentrazioni più elevate di polveri (HR 1.57 per incrementi di 5 μg/m3 di PM2.5). L’hazard ratio in relazione alla concentrazione degli ossidi di azoto è risultato leggermente al di sopra dell’unità. Tutti questi valori non raggiungevano peraltro la significatività statistica.

Rispetto al precedente studio quest’ultima sperimentazione sembra fornire dati con una consistenza decisamente più debole, a favore di un’influenza dell’inquinamento atmosferico sulla patogenesi delle neoplasie parenchimali renali. Resta peraltro una tendenza che andrà approfondita in nuove sperimentazioni.

Nel complesso sembra comunque aprirsi un nuovo filone di ricerca, teso ad analizzare le influenze degli inquinanti atmosferici in differenti patologie a carico del rene. Così come il polmone è considerato la porta d’ingresso delle poveri e degli inquinanti gassosi, è facile pensare che i reni possano essere la via di eliminazione di queste sostanze e quindi rappresentare un potenziale organo bersaglio.

 

 

Raaschou-Nielsen O, et al. Outdoor air pollution and risk for kidney parenchyma cancer in 14 European cohorts. Int J Cancer. 2016 Dec 22. [Epub ahead of print]. LIBERO ACCESSO

 

 

 

Cover

 

Xu x, et al. Long-Term Exposure to Air Pollution and Increased Risk of Membranous Nephropathy in China. J Am Soc Nephrol 27: 3739–3746, 2016.

 

 

 

 

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franco.folino
Franco Folino è un medico chirurgo, specialista in cardiologia, e un giornalista. Ha iniziato a lavorare come cronista alla fine degli anni settanta, scrivendo articoli per diverse riviste italiane di sport motoristici, e in seguito anche in media televisivi privati, estendendo il suo interesse in altri campi dell’informazione. Ha pubblicato differenti articoli scientifici ed editoriali su prestigiose riviste internazionali. Ha contribuito alla nascita di Newence, diventandone il direttore responsabile dal marzo del 2017.

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