Home Medicina Interna L’utilità della ventilazione non invasiva domiciliare nei pazienti con BPCO

L’utilità della ventilazione non invasiva domiciliare nei pazienti con BPCO

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Courtesy Philips

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia polmonare progressiva, caratterizzata da un’ostruzione non reversibile del flusso d’aria. Affligge principalmente persone di mezza età o anziani, fumatori o ex fumatori. Si prevede che entro il 2020 la BPCO sarà la terza causa di morte nel mondo. Al presente il trattamento è principalmente sintomatico e mira a rallentare la progressione della malattia. Le principali terapie utilizzate sono gli agenti inalatori, come i broncodilatatori, e la riabilitazione polmonare.

Con la progressione della malattia, i polmoni non sono in grado di eseguire due delle loro funzioni fondamentali: scambiare ossigeno dal flusso sanguigno ed eliminare l’anidride carbonica. La terapia dell’ipossia, in pazienti selezionati, è l’ossigenoterapia a lungo termine.

La ventilazione non invasiva (NIV) è un metodo che fornisce un supporto ventilatorio tramite una maschera, senza l’inserimento di un tubo endotracheale. Viene comunemente utilizzata in ambiente ospedaliero, come cura standard per pazienti con BPCO, ma con i progressi tecnologici degli ultimi anni i dispositivi NIV sono diventati meno ingombranti, e un numero crescente di pazienti è in grado di utilizzare questi strumenti anche nel proprio domicilio. L’indicazione a questo trattamento riguarda in particolare i soggetti con BPCO stabile e con insufficienza respiratoria ipercapnica cronica. Studi fisiologici hanno mostrato miglioramenti nella funzione polmonare e nei livelli di anidride carbonica, grazie all’eliminazione dell’ipoventilazione notturna.

Un nuovo studio, pubblicato sulle pagine del JAMA, ha voluto valutare l’effetto della NIV domiciliare, con ossigeno, sul tempo alla riospedalizzazione o alla morte in pazienti con ipercapnia ed un precedente episodio acuto.

Questa sperimentazione di fase 3, in aperto, ha incluso pazienti con ipercapnia persistente (PaCO2 >53mmHg), che sono stati randomizzati a un’ossigenoterapia domiciliare (59 pazienti) o a un trattamento con ossigenoterapia e NIV (57 pazienti), con un flusso mediano di ossigeno di 1 L/min.

Il tempo mediano di riammissione in ospedale o di decesso è stato di 4,3 mesi tra i pazienti trattati con ossigeno e NIV, mentre è risultato di 1,4 mesi nel gruppo in sola ossigenoterapia.

La mortalità ad un anno per qualsiasi causa è risultata invece simile tra i due gruppi con percentuali variabili tra il 28 e il 32%.

Quanto emerge da questo studio sembra indicare con chiarezza che vi è un sensibile beneficio con l’utilizzo della NIV domiciliare associata all’ossigenoterapia, per il trattamento di pazienti con BPCO ed ipercapnia. Altri aspetti favorevoli derivati dall’analisi dei dati, riguardano la qualità di vita dei pazienti e la frequenza delle recidive acute.

 

 

Patrick B. Murphy, et al. Effect of Home Noninvasive Ventilation With Oxygen Therapy vs Oxygen Therapy Alone on Hospital Readmission or Death After an Acute COPD Exacerbation A Randomized Clinical Trial. JAMA. 2017;317(21):2177-2186.

 

 

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