Home Cardiologia L’aspettativa di vita si allunga ancora. Ai primi posti Giappone e Spagna

L’aspettativa di vita si allunga ancora. Ai primi posti Giappone e Spagna

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Aspettativa di vita alla nascita nei paesi OCSE. Confronto 1970-2015. Source: OECD Health Statistics 2017.

Lo scorso 10 novembre è stato pubblicato il periodico rapporto dell’OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development).  Ne emerge un quadro molto favorevole che indica come tutti i paesi dell’organizzazione abbiano visto un progressivo incremento dell’aspettativa di vita, incrementata di 10 anni dal 1970, fino a raggiungere oggi gli 80,6 anni. L’aspettativa di vita alla nascita è risultata più alta in Giappone (83,9 anni), Spagna e Svizzera (83 anni ciascuno), e più bassa in Lettonia (74,6) e Messico (75).

In Italia, al quarto posto di questa ambita classifica, l’aspettativa di vita alla nascita è di 80,3 anni per i maschi e di 84.9 anni per le femmine; l’aspettativa di vita a 65 anni è complessivamente di 20,6 anni. Questi valori sono in media con i paesi OCSE, mentre per quanto riguarda la prevalenza della demenza, calcolata nel nostro paese in 22,5 casi per 1.000 abitanti, siamo sopra la media. Si tratta peraltro di una nota comune nei paesi dove la vita è più lunga.

Correlazione tra aspettativa di vita e spesa sanitaria pro capite. Source: OECD Health Statistics 2017.

Altre analisi della relazione rivelano che se i tassi di fumo e il consumo di alcol si dimezzassero, l’aspettativa di vita aumenterebbe di 13 mesi. D’alta parte, un aumento del 10% della spesa sanitaria pro capite in termini reali, in media, aumenterebbe la speranza di vita di 3,5 mesi. Tuttavia, non conta solo la spesa di per sé, ma anche come sono utilizzate le risorse, che fa la differenza nell’aspettativa di vita. C’è una grande variazione nel legame tra i cambiamenti nella spesa sanitaria e nell’aspettativa di vita. Negli Stati Uniti, ad esempio, la spesa sanitaria è aumentata molto più di quella di altri paesi dal 1995, ma l’incremento dell’aspettativa di vita è stato più basso.

La spesa sanitaria pro capite è cresciuta a circa l’1,4% ogni anno dal 2009, contro il 3,6% nei sei anni fino al 2009. La spesa media pro capite ha raggiunto circa 4.000 dollari l’anno. La spesa è più elevata negli Stati Uniti, pari a 9.892 dollari a persona, vale a dire il 17,2% del PIL. La spesa sanitaria è stata anche dell’11% o più del PIL in Svizzera, Germania, Svezia e Francia.

La riduzione della spesa è fondamentale per massimizzare l’impatto delle risorse pubbliche. Esistono aree in cui la spesa potrebbe essere più efficace. Per esempio: L’aumento dell’uso dei farmaci generici nella maggior parte dei paesi OCSE ha generato risparmi di costo che rappresentano più del 75% del volume dei prodotti farmaceutici venduti negli Stati Uniti, in Cile, in Germania, in Nuova Zelanda e nel Regno Unito, ma meno del 25% in Lussemburgo, Svizzera e Grecia.

Gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo quando assolutamente necessari, ma le prescrizioni antibiotiche variano più di tre volte in tutti i paesi, mentre la Grecia e la Francia riportano volumi molto più alti della media OCSE.

Principali cause di mortalità nei paesi OCSE. Source: OECD Health Statistics 2017.

La pratica di eseguire interventi chirurgici minori in regime di day-hospital è ormai diffusa nella maggior parte dei paesi OCSE. Ad esempio, rappresenta oggi il 90% o più di tutti gli interventi di cataratta in 20 dei 28 paesi OCSE con dati comparabili. Tuttavia meno del 60% degli interventi di cataratta sono eseguiti su base giornaliera in Polonia, Turchia, Ungheria e Repubblica Slovacca.

Il rapporto indica anche come la qualità sanitaria sta migliorando. Oltre l’80% dei pazienti segnalano esperienze positive in termini di tempo trascorso con un medico, spiegazioni di facile comprensione e coinvolgimento nelle decisioni sul trattamento.

I ricoveri ospedalieri evitabili per condizioni croniche come il diabete e l’asma sono diminuiti nella maggior parte dei paesi OCSE, indicando una migliorata qualità dell’assistenza primaria.

La mortalità dopo sindromi coronariche acute o ictus si è ridotta sensibilmente. I miglioramenti sono particolarmente significativi in campo cardiologico in Finlandia e in Australia per quanto riguarda l’ictus.

In tutti i paesi dell’OCSE i tassi di sopravvivenza a cinque anni per il cancro al seno sono stati dell’85%, mentre sono risultati poco più del 60% per i tumori del colon e del retto, con un aumento nel tempo dei tassi di sopravvivenza nella maggior parte dei paesi.

Popolazione adulta con abitudine quotidiana al fumo nei paesi OCSE. Confronto 2000-2015. Source: OECD Health Statistics 2017.

Mentre i tassi di fumo continuano a diminuire, non sono andate altrettanto bene le misure per ridurre obesità e l’uso di alcol. Anche l’inquinamento atmosferico è spesso trascurato.

I tassi di fumo sono diminuiti nella maggior parte dei paesi OCSE, ma circa un adulto su cinque continua a fumare. Le percentuali sono più alte in Turchia, Grecia e Ungheria e più basse in Messico.

In tutto l’OCSE, il consumo di alcol è diminuito dal 2000. Nello stesso periodo è tuttavia aumentato in 13 paesi, in particolare in Belgio, Islanda, Lettonia e Polonia. Inoltre, un adulto su cinque fa regolarmente abuso di alcol nei paesi dell’organizzazione.

Il 54% degli adulti nei paesi dell’OCSE oggi è in sovrappeso, il 19% è obeso. I tassi di obesità sono superiori al 30% in Ungheria, Nuova Zelanda, Messico e Stati Uniti.

 

 

 

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