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Resistenza agli antibiotici. Spiraglio di luce da una nuova molecola di sintesi, ma di origine umana

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Antibiotic resistance tests; the bacteria in the culture on the left are sensitive to the antibiotics contained in the white paper discs. The bacteria on the right are resistant to most of the antibiotics. Dr Graham Beards

LL-37 è un gene che codifica la catelicidina umana, presente nei lisosomi dei macrofagi, dei leucociti polimorfonucleati e dei cheratinociti. Le catelicidine svolgono un ruolo fondamentale nella difesa immunitaria innata dei mammiferi contro le infezioni batteriche. La sua azione si esercita attraverso un legame che rompe la membrana del microorganismo, sia esso gram-positivo o negativo.

Proprio per queste sue proprietà, un gruppo di ricercatori europei lo ha utilizzato per sviluppare una serie di molecole dalle proprietà simili, al fine di produrre una proteina di sintesi in grado di contrastare l’infezione, nell’era in cui il rapido sviluppo dei fenomeni di resistenza sta rendendo inutilizzabili i più comuni antibiotici.

Il capostipite di queste nuove molecole sintetizzate è stato il SAAP-148, valutato successivamente in differenti condizioni sperimentali.

Il SAAP-148 si è dimostrato efficace nel sopprimere i batteri in condizioni fisiologiche in vitro, agendo su microrganismi resistenti. Il tutto, cosa particolarmente importante, senza indurre alcuna resistenza.

Inoltre, l’azione di questo peptide di sintesi si è dimostrata anche molto rapida, visto che in sole quattro ore ha completamente eradicato batteri quali lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e l’Acinetobacter baumannii multiresistente.

Nel corso dello studio sono stati valutati anche i possibili effetti avversi di SAAP-148, in un gruppo di conigli rasiti in cui veniva somministrato un unguento contenente questa molecola ad una concentrazione dell’1%. Non sono stati rilevati segni di irritazione e non ci sono stati cambiamenti significativi nel comportamento e nel peso corporeo, o segni di tossicità sistemica. L’esame istologico ha rivelato un grado minimo di infiltrazione linfoistiocitaria focale nel derma, in linea con il ripristino fisiologico della ferita.

Questa nuova molecola dovrà affrontare nel tempo ancora molti test prima di giungere all’utilizzo clinico, sembra comunque aprirsi un importante spiraglio di luce nella lotta contro le infezioni resistenti agli antibiotici. È peraltro sorprendente come proprio una molecola derivata da un una proteina antimicrobica prodotta naturalmente, dal nostro sistema immunitario, si sia dimostrata una soluzione efficace nel contrastare un fenomeno così grave per la salute pubblica.

 

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Anna de Breij, et al. The antimicrobial peptide SAAP-148 combats drug-resistant bacteria and biofilms. Science Translational Medicine, 10 Jan 2018:Vol. 10, Issue 423.

 

 

 

 

 

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