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Infezioni delle basse vie urinarie: nitrofurantoina e fosfomicina a confronto

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Low-temperature electron micrograph of a cluster of E. coli bacteria, magnified 10,000 times. Each individual bacterium is oblong shaped. Photo by Eric Erbe, digital colorization by Christopher Pooley, both of USDA, ARS, EMU.

Le infezioni delle basse vie urinarie colpiscono frequentemente le donne, di tutte le età, presentandosi spesso in forma ricorrente.

Il trattamento è basato principalmente sull’utilizzo di antibiotici, con terapie di breve o lunga durata, ma più recentemente, a causa del diffondersi di fenomeni di antibiotico resistenza, le raccomandazioni delle linee guida propongono come farmaci di prima scelta nitrofurantoina e fosfomicina.

Molti sono stati gli studi clinici che hanno analizzato efficacia e sicurezza delle differenti molecole antibatteriche. A questi si affianca oggi una nuova sperimentazione che ha voluto confrontare l’efficacia di un trattamento con nitrofurantoina per 5 giorni (100mg 3 volte al giorno), all’utilizzo in dose singola di fosfomicina (3g), nel trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie, non complicate.

Si tratta di uno studio in aperto, randomizzato, condotto tra Polonia, Israele e Svizzera, che ha portato all’inclusione di 513 pazienti con un’età mediana di 44 anni.

Il 77% delle colture urinarie è risultato positivo e gli agenti patogeni identificati sono stati in prevalenza l’Escherichia coli (61%), la Klebsiella (7%) e l’Enterococco (7%).

A 28 giorni dal completamento della terapia, le pazienti che avevano ottenuto una risoluzione clinica sono state il 70% di quelle trattate con nitrofurantoina e il 58% di quelle trattate con fosfomicina.

Nelle analisi post-hoc del sottogruppo di pazienti con infezioni da Escherichia coli, la differenza nella risposta clinica tra i due gruppi di trattamento è risultata ancor più a favore della nitrofurantoina (78% versus 50%).

Lo studio ha valutato anche gli eventi avversi correlati ai due trattamenti, ma questi si sono verificati molto raramente, con percentuali sovrapponibili nei due gruppi (Almeno un evento, 8% versus 6%).

Altri due aspetti sono stati considerati nelle analisi dello studio. Il primo è stato il successo batteriologico, che ha visto anche in questo caso un migliore esito a 28 giorni con nitrofurantoina (74% versus 63%).

Il secondo aspetto è stato quello dello sviluppo di resistenza. In quest’ambito, la terapia con nitrofurantoina ha fatto registrare dopo 14 giorni una sola paziente su 109, con Escherichia coli inizialmente nitrofurantoina-sensibile, che aveva avuto una recidiva con un ceppo resistente alla nitrofurantoina, e al 28° giorno un’altra recidiva di un ceppo di Escherichia coli, con nuova resistenza intermedia. Non è stata documentata la comparsa di resistenza alla fosfomicina.

Questi risultati lasciano poco spazio alle speculazioni. Pur considerando che si tratta di uno studio in aperto, quanto emerge sembra indicare chiaramente un vantaggio a favore del trattamento prolungato con nitrofurantoina nei confronti di una singola dose di fosfomicina, sia in termini di risoluzione clinica, sia microbiologica.

 

JAMA

Angela Huttner, et al. Effect of 5-Day Nitrofurantoin vs Single-Dose Fosfomycin on Clinical Resolution of Uncomplicated Lower Urinary Tract Infection in Women. A Randomized Clinical Trial. JAMA. Published online April 22, 2018.

 

 

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