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Le conseguenze della terapia prolungata con corticosteroidi orali in soggetti asmatici

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BruceBlaus/Wikimedia commons

La definizione di gravità dell’asma si basa oggigiorno sull’intensità del trattamento richiesta per ottenere un buon controllo della malattia. L’asma lieve è trattata con broncodilatatori, mentre i pazienti con forme gravi assumono corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio o corticosteroidi orali (OCS).

L’uso regolare di OCS nell’asma è tuttavia associato a maggiori rischi di complicanze sistemiche correlate questi farmaci. Gli effetti avversi dannosi a breve e a lungo termine comprendono l’osteoporosi, il diabete e l’insufficienza cardiaca. Queste conseguenze sembrano essere correlate al tempo di esposizione e al dosaggio dei farmaci utilizzati.

Nelle scorse settimane lo European Respiratory Journal ha ospitato una recensione che fornisce una panoramica sul ruolo del trattamento a lungo termine con OCS dell’asma grave e dei suoi effetti collaterali.

Risposta al farmaco ed effetti avversi

All’interno dell’articolo sono innanzitutto presentati gli studi che mostrano una relazione dose-risposta nei pazienti asmatici adulti trattati con OCS. Vengono quindi considerati gli effetti indesiderati dimostrati in studi clinici ed epidemiologici, in pazienti dipendenti dalla somministrazione di questi farmaci.

I risultati evidenziano come il rischio di sviluppare le varie complicanze correlate all’OCS, incluse infezioni, diabete e osteoporosi, nonché disturbi psichiatrici, è più alto nei pazienti trattati cronicamente con questa terapia. Gli studi hanno anche dimostrato un aumento significativo dell’utilizzo delle risorse sanitarie a causa del trattamento con OCS.

Gli autori concludono quindi raccomandando una valutazione attenta del singolo malato, applicando un trattamento personalizzato, valutando i benefici potenziali derivanti dal controllo della malattia e i possibili effetti avversi. È inoltre rivolto un invito a cercare di evitare il trattamento con OCS, mirando a un uso a breve termine con la dose efficace più bassa, iniziando una riduzione del dosaggio il prima possibile, fino alla conclusione della terapia.

I pazienti asmatici nel mondo continuano a crescere

In tutto il nostro pianeta stiamo assistendo ad un rapido incremento del numero di persone asmatiche. Nell’Europa occidentale questo numero sarebbe raddoppiato nel giro di dieci anni. Negli Stati Uniti, secondo l’OMS, il numero di asmatici è aumentato del 60% dall’inizio degli anni ’80 mentre sono raddoppiati i morti, che ora sono 5mila all’anno. Il National institute of health (Nih) americano stima che a fine anni ’90, ci fossero 17 milioni di asmatici negli Usa, pari al 6,4% della popolazione, con 4.8 milioni di bambini ammalati.

Secondo i dati del Global Initiative for Asthma, l’incidenza della malattia in Gran Bretagna e Irlanda è aumentata di circa 5 volte negli ultimi 25 anni.

Secondo l’OMS, l’aumento dei casi di asma è del 50% ogni decennio, e sembra probabilmente correlato ai fenomeni di urbanizzazione, soprattutto quando questo significa un aumento di densità di persone nelle periferie degradate. C’è quindi una crescente tendenza a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi, con poca circolazione di aria, più esposti alla polvere e agli acari e inseriti in situazioni urbane dall’elevato tasso di inquinamento. Il Nih fornisce un’altra possibile spiegazione, chiamando in gioco il sistema immunitario. Secondo l’ente nordamericano, è possibile che vi sia un “eccesso” di igiene nei paesi più ricchi, che potrebbe influire sull’attività del sistema immunitario favorendo risposte allergiche.

 

Franco Folino

 

Timm Volmer, et al. Consequences of long-term OCS therapy and its side effects in severe asthma in adults – A focused review of the impact data in the literature. European Respiratory Journal 2018.

 

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