Home Dermatologia L’uso di idroclorotiazide fa aumentare il rischio di tumori cutanei non melanoma

L’uso di idroclorotiazide fa aumentare il rischio di tumori cutanei non melanoma

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Lo scorso 17 ottobre l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha emesso una nota informativa sul rischio di tumori cutanei associato all’utilizzo di idroclorotiazide. Il documento è stato redatto in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA).

Si avvisa che studi farmaco-epidemiologici hanno evidenziato un aumento del rischio di tumore cutaneo, non melanoma, a seguito dell’esposizione a dosi cumulative crescenti di questo farmaco. I tumori potenzialmente indotti sono il carcinoma a cellule basali e il carcinoma a cellule squamose.

L’idroclorotiazide

L’ idroclorotiazide è un diuretico tiazidico che agisce a livello renale inibendo la capacità di quest’organo nel trattenere il sodio. È uno dei farmaci più utilizzati, in monoterapia o in associazione, nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Gli eventi avversi evidenziati possono quindi interessare potenzialmente milioni di persone.

I riscontri clinici

Le raccomandazioni si basano principalmente su risultati di due recenti studi farmaco-epidemiologici condotti su registri sanitari nazionali danesi (riferimenti a piè di pagina).

Hanno evidenziato un’associazione cumulativa dose-dipendente tra consumo di idroclorotiazide e l’insorgenza tumori della cute non melanomi. L’attività fotosensibilizzante di questo farmaco è chiamata in causa come possibile meccanismo di sviluppo di queste neoplasie.

Nel primo studio, un rischio sostanziale è stato dimostrato in pazienti che avevano assunto l’idroclorotiazide fino ad una dose cumulativa superiore o uguale a 50.000 mg. Questo corrisponde ad una dose di 12,5 mg di farmaco, assunti giornalmente per circa 11 anni.

Il secondo studio ha evidenziato una possibile associazione con lo sviluppo del cancro del labbro anche per dosi cumulative inferiori (circa 25.000mg).

Le raccomandazioni

Il documento raccomanda di informare i pazienti sul rischio e di consigliare loro un regolare controllo della cute. Questo al fine di identificare nuove lesioni o modifiche di quelle esistenti. Si consiglia inoltre di esaminate le lesioni cutanee sospette includendo possibilmente esami istologici.

I pazienti devono limitare l’esposizione alla luce solare e ai raggi UV e utilizzare una protezione adeguata quando esposti alla luce solare e ai raggi UV.

Infine, si richiede una attenta valutazione dell’uso di idroclorotiazide nei pazienti che già in passato hanno avuto un precedente tumore della cute.

Prudenti o permissivi

La nota non prevede il ritiro del farmaco dal commercio, ma solo una più stretta vigilanza sulla possibile comparsa di lesioni cutanee.

Va però considerato che i pazienti che assumono farmaci antipertensivi sono in larga maggioranza anziani e presentano normalmente numerose alterazioni cutanee senili. È quindi difficile fare una sorveglianza accurata in ambienti non specialistici. La vastità della platea interessata complica ulteriormente le attività di screening.

La dose cumulativa indicata come a rischio negli studi considerati sembra solo apparentemente elevata. Considerando che il trattamento per l’ipertensione arteriosa è cronico per la grande maggioranza dei pazienti, non è difficile raggiungere le dosi soglia indicate negli studi.

Resta da vedere quale sarà l’atteggiamento dei medici italiani. Sarà conservativo, confidando magari sul nostro fototipo mediterraneo, ben diverso da quello dei danesi? Oppure prevarrà una linea prudenziale, con la sospensione di tutti i trattamenti che contengono idroclorotiazide?

 

Franco Folino

 

 

Pedersen et al., Hydrochlorothiazide use and risk of nonmelanoma skin cancer: A nationwide casecontrol study from Denmark. J Am Acad Dermatol 2018; 78:673-681.

Pottegard A, Hallas J, Olesen M, Svendsen MT, Habel LA, Friedman GD, Friis S. Hydrochlorothiazide use is strongly associated with risk of lip cancer. J Intern Med 2017; 282: 322–331.

 

 

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