Home Cardiologia TC coronarica o coronarografia? I molti vantaggi della tecnica meno invasiva

TC coronarica o coronarografia? I molti vantaggi della tecnica meno invasiva

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Una revisione condotta analizzando i risultati di 15 studi clinici ha rilevato che l’uso dell’angiografia con tomografia computerizzata coronarica (CCTA), in caso di sospetta malattia coronarica stabile, era associato a effetti sulla salute simili a quelli ottenibili con l’esecuzione di una angiografia coronarica diretta. Anche se meno sorprendente, la CCTA ha inoltre evidenziato un beneficio per la salute rispetto all’elettrocardiografia da sforzo e all’imaging di perfusione miocardica con tomografia computerizzata a emissione di fotoni (SPECT-MPI). Questa ricerca è stata pubblicata recentemente sulla rivista Annals of Internal Medicine.

L’angiografia coronarica è attualmente il punto di riferimento per la diagnosi di malattia coronarica, ma il suo costo, l’invasività, le potenziali complicanze e la bassa resa diagnostica per la valutazione iniziale della sospetta malattia coronarica stabile ne hanno messo in discussione il suo uso su larga scala. Per questo motivo, i test diagnostici non invasivi vengono sempre più utilizzati nel processo diagnostico di questa malattia.

I ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di Roma, hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di 15 studi clinici, valutando l’uso di strategie diagnostiche alternative per la valutazione iniziale dei pazienti con sospetta malattia coronarica stabile.

Una riduzione del rischio di morte cardiovascolare e infarto del miocardio

Gli autori hanno scoperto che rispetto all’invio diretto del paziente all’angiografia coronarica, l’esecuzione in prima battuta di una CCTA non era associato a differenze negli esiti di salute diretti, ma portava a meno accessi allo studio emodinamico e alla rivascolarizzazione.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che rispetto al test da sforzo o alla SPECT-MPI, la CCTA era associata a una riduzione del rischio di morte cardiovascolare e infarto del miocardio. Tuttavia, la CCTA è risultata associata a una maggiore frequenza di procedure di rivascolarizzazione, ma a meno test a valle rispetto all’ECG da sforzo.

Gli esiti diretti sulla salute e sulla gestione clinica non differivano significativamente tra i test funzionali, ad eccezione di una riduzione dei test a valle con SPECT-MPI rispetto all’ECG da sforzo e all’imaging con risonanza magnetica cardiaca.

 

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