Il declino della memoria di lavoro legato all’età può essere invertito stimolando le aree del cervello temporale e prefrontale ad un ritmo specifico. Questa importante e promettente scoperta è il risultato di un recente studio pubblicato online nei giorni scorsi su Nature Neuroscience.
La memoria di lavoro
La memoria di lavoro, la capacità di contenere brevemente le informazioni e di manipolarle per un uso successivo, diminuisce con l’invecchiamento. Negli adulti più giovani, la memoria di lavoro è legata a specifiche interazioni neurali all’interno e tra regioni del cervello.
Si ritiene che questo processo coinvolga due schemi di oscillazione neurale, o onde cerebrali – denominati ritmo gamma e ritmo theta – nelle aree prefrontale e temporale. Anche la sincronizzazione del ritmo theta delle aree prefrontale e temporale è legata alla memoria di lavoro e potrebbe facilitare le interazioni a lungo raggio tra queste regioni.
La stimolazione cerebrale non invasiva
Robert Reinhart e John Nguyen hanno usato l’elettroencefalografia (EEG) per esaminare come queste interazioni cambiano negli adulti più anziani e si correlino alla memoria di lavoro. Hanno usato una procedura di stimolazione cerebrale non invasiva per modulare le singole interazioni cerebrali associate alla memoria di lavoro.
Quarantadue giovani adulti (20-29 anni) e 42 anziani (60-76 anni) sono stati valutati per le loro prestazioni in un compito di memoria di lavoro con o senza stimolazione cerebrale. Senza la stimolazione cerebrale, gli adulti più anziani erano più lenti e meno precisi nel compito di memoria di lavoro dei più giovani.
Gli adulti più giovani mostravano aumentate interazioni tra i ritmi theta e gamma nella corteccia temporale sinistra e aumentavano la sincronizzazione dei ritmi theta nelle regioni frontotemporali quando si eseguiva il compito di memoria di lavoro.
I miglioramenti della memoria di lavoro
Durante la stimolazione cerebrale attiva, l’accuratezza del compito di memoria di lavoro degli adulti è migliorata, tanto da assomigliare a quella degli adulti più giovani, un effetto che è durato per 50 minuti dopo la somministrazione della stimolazione.
I miglioramenti nell’accuratezza dell’attività erano correlati con l’aumento delle interazioni tra theta e gamma nella corteccia temporale sinistra e si è verificato un aumento della sincronizzazione delle onde cerebrali theta tra la corteccia temporale sinistra e la corteccia prefrontale.
Questi risultati possono fornire le basi per interventi futuri mirati al declino cognitivo legato all’età.