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Test diagnostici non invasivi per la diagnosi di coronaropatia: una metanalisi per chiarirne il valore

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I test non invasivi comunemente utilizzati per diagnosticare una cardiopatia coronarica sono differenti e dal loro esito dipende la scelta di iniziare una terapia specifica o la decisione di procedere con un approfondimento diagnostico angiografico.

Una recente metanalisi, apparsa sulle pagine del British Medical Journal, analizza tutte le differenti metodiche disponibili, per valutarne le differenze a confronto con la necessità di richiedere test successivi, l’eventuale procedura di rivascolarizzazione e i risultati clinici.

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Sono stati inclusi nell’analisi 30 studi clinici controllati, randomizzati, con complessivi 33.391 pazienti.

I pazienti con sindrome coronarica acuta a basso rischio, l’eco stress, la risonanza magnetica cardiaca e l’elettrocardiogramma da sforzo hanno fatto ridurre il numero di richieste per una valutazione angiografica e per le procedure di rivascolarizzazione, rispetto ai test anatomici non invasivi, quali l’angio TAC coronarica, senza apparente impatto sul rischio futuro di infarto miocardico.

Per quanto concerne i pazienti con sospetta malattia coronarica stabile, non è emersa una chiara discriminazione tra le strategie diagnostiche che portano ad una successiva necessità di un’angiografia coronarica, e non è stato possibile escludere differenze nel rischio di infarto miocardico.

È interessante osservare come l’elettrocardiogramma da sforzo abbia indotto la più alta percentuale di richiesta di ulteriori test di livello successivo.

 

 

George CM Siontis, et al. Outcomes of non-invasive diagnostic modalities for the detection of coronary artery disease: network meta-analysis of diagnostic randomised controlled trials. BMJ 2018; 360.

 

 

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franco.folino
Franco Folino è un medico chirurgo, specialista in cardiologia, e un giornalista. Ha iniziato a lavorare come cronista alla fine degli anni settanta, scrivendo articoli per diverse riviste italiane di sport motoristici, e in seguito anche in media televisivi privati, estendendo il suo interesse in altri campi dell’informazione. Ha pubblicato differenti articoli scientifici ed editoriali su prestigiose riviste internazionali. Ha contribuito alla nascita di Newence, diventandone il direttore responsabile dal marzo del 2017.

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