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Morsi di serpente e assistenza sanitaria nel mondo: un rapporto allarmante

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Mamba verde

Le morti a causa di morsi di serpente sono occasionali alle nostre latitudini. Anche le più note specie velenose causano raramente eventi letali, tanto che ormai nei Pronto Soccorso è prevalente la tendenza di non somministrare alcun siero ai pazienti, al fine di evitare il rischio di generare reazioni avverse al composto, ben più frequenti dei casi mortali.

Cosa ben diversa è se si guarda al panorama mondiale, considerando la distribuzione delle specie velenose di serpente e, soprattutto, la disponibilità di cure adeguate e facilmente raggiungibili dalla popolazione.

Questo ha esaminato un recente studio, pubblicato su The Lancet, che ha cercato di identificare le popolazioni più vulnerabili, esposte a rischio di morso di serpente.

I database utilizzati per l’analisi sono stati quelli forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per quanto riguarda le mappe di distribuzione e le specie di serpenti, integrati con atre informazioni di tossicologia clinica. Altri dati sono stati ottenuti da siti specializzati del web.

Large image of Figure 2.
Ranges of venomous snake species and number of medically important venomous snake species per 5 × 5 km location for which no effective therapy is currently listed by WHO.

Sono state così create mappe che illustrano la distribuzione a livello mondiale delle differenti specie di serpenti velenosi, integrate con informazioni relative al supporto sanitario regionale, per quanto riguarda la disponibilità di farmaci antiveleno, l’accessibilità ai centri urbani, l’indice di accesso e la qualità dell’assistenza sanitaria. Questo ha permesso non solo di identificare le popolazioni maggiormente a rischio di eventi letali causati da morso di serpente, ma anche di identificare quelle potenzialmente più esposte per la mancanza di prossimità o adeguatezza di sistemi sanitari in grado di contrastare l’evento.

Nel complesso sono state identificate 278 specie di serpenti e si è visto come quasi sette milioni di persone al mondo vivano in aree popolate da serpenti. Di queste, circa 147 milioni vivono in aree remote con sostanziali difficoltà di accesso a cure sanitarie adeguate.

Il dato più paradossale che emerge dall’analisi è come le popolazioni maggiormente esposte al rischio di morsi letali siano quelle che hanno più difficoltà ad accedere ad un supporto sanitario adeguato, mentre quelle meno esposte abbiano a disposizione sistemi di assistenza efficaci.

Inoltre, sono risultati disponibili antiveleni solo per il 43% delle specie di serpenti valutate dall’OMS, mentre l’11% di coloro che vivono all’interno zone popolate da serpenti devono impiegare più di 1 ora per raggiungere un centro abitato. Le persone che vivono in queste zone vulnerabili sono circa 92 milioni, distribuite in prevalenza nei paesi sub-sahariani, in Indonesia e in altre parti del sud-est asiatico.

Queste mappe risulteranno certamente utili in futuro, non solo per sviluppare la ricerca sugli effetti del morso di serpente e le possibili cure, ma anche per migliorare in modo mirato i sistemi di assistenza sanitaria esistenti e implementando nuove strutture dove maggiormente richieste.

 

Cover image volume 392, Issue 10142

 

Joshua Longbottom, et al. Vulnerability to snakebite envenoming: a global mapping of hotspots. The Lancet. Published: 12 July 2018.

 

 

 

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