Home Cardiologia Aspirina nei pazienti diabetici: bilancio tra benefici e rischi

Aspirina nei pazienti diabetici: bilancio tra benefici e rischi

469
0

L’utilizzo dell’Aspirina in prevenzione primaria è una questione più che mai aperta. Nonostante i differenti trial clinici che hanno affrontato questo argomento, permane ancora molta incertezza nella selezione dei pazienti che, pur non presentando particolari fattori di rischio cardiovascolare, potrebbero beneficiare di un trattamento antiaggregante,

Ultimo tra questi è lo studio ASCEND, i cui risultati sono stati recentemente presentati all’annuale congresso della Società Europea di Cardiologia e contemporaneamente selezionati per la pubblicazione sul New England Journal of Medicine.

I pazienti oggetto dello studio erano diabetici (15.480), peraltro privi di una evidente malattia cardiovascolare. Dopo randomizzazione sono stati avviati ad un trattamento con aspirina alla dose di 100mg/die o a placebo.

L’outcome principale era il primo evento vascolare grave (infarto del miocardio, ictus o TIA, morte da qualsiasi causa vascolare, esclusa qualsiasi emorragia intracranica confermata).

Ovviamente è stata valutata anche la sicurezza del trattamento, considerando come evento primario l’emorragia intracranica, un evento emorragico dell’occhio, un sanguinamento gastrointestinale o altre gravi emorragie.

Aspirina nel diabete: i risultati dello studio

Nel corso di un follow-up medio di 7,4 anni, l’endpoint primario si è verificato nell’8,5% dei pazienti in trattamento attivo e nel 9,6% di quelli che assumevano placebo.

Per quanto riguarda gli eventi emorragici, questi si sono ovviamente verificati più frequentemente nel gruppo trattato con antiaggregante (4,1%), rispetto al gruppo di controllo (3,2%).

Il più frequente evento emorragico è stato quello gastrointestinale (41,3%) ed in prevalenza ha interessato il tratto gastrointestinale superiore. A questi sono seguiti per frequenza i sanguinamenti oculari (21,1%) e quelli intracranici (17,2%).

Lo studio ha anche valutato se vi fosse un’associazione tra utilizzo dell’aspirina e cancro del tratto gastrointestinale. I risultati, in questo senso, sono stati però tranquillizzanti.

Un bilancio incerto

Sappiamo che il diabete mellito si associa a un aumento del rischio cardiovascolare. L’uso di un antiaggregante, pur prevenendo eventi di questo tipo, sembra purtroppo fa crescere in modo proporzionale il rischio di eventi emorragici significativi.

Gli autori sembrano valutare in senso positivo gli effetti ottenuti con l’aspirina, giudicando ragionevole il rischio emorragico cui si espone il paziente, considerando i benefici ottenuti nella prevenzione degli eventi cardiovascolari.

Certo è che questo studio ha stratificato i pazienti in base al rischio cardiovascolare, ma non ha valutato il corrispondente rischio emorragico. Considerare con maggior attenzione questo aspetto, potrebbe permettere di arrivare ad una più precisa selezione dei pazienti che possono beneficiare del trattamento antiaggregante, escludendo quelli che presentano un eccessivo rischio emorragico.

 

Franco Folino

Effects of Aspirin for Primary Prevention in Persons with Diabetes Mellitus. The ASCEND Study Collaborative Group. New Eng J Med, August 26, 2018.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui