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Malattia di Parkinson: sei milioni e mezzo di persone affette nel mondo, e il numero continua a crescere

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Nel periodo che va dal 1990 al 2016 la prevalenza nel mondo della malattia di Parkinson è più che raddoppiata. A dare questa notizia è un recente studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Neurology, che attribuisce questo incremento sostanziale al crescente numero di persone anziane e a fattori ambientali.

La malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale, causata dalla perdita di neuroni dopaminergici. È classificato come un disturbo del movimento, per la presenza di sintomi come tremore, rigidità, cambiamenti posturali e una diminuzione dei movimenti spontanei. Le comorbilità includono ansia, depressione, affaticamento e disturbi del sonno. Questi possono comparire anche prima che la diagnosi di malattia di Parkinson venga posta.

Si considera che fattori causali per la malattia siano le mutazioni genetiche, l’esposizione a sostanze tossiche e l’invecchiamento, anche se però la sua genesi è sostanzialmente sconosciuta.

I geni identificati come responsabili della malattia causano una minoranza di casi di malattia di Parkinson. La loro riconoscimento potrebbe portare però a una migliore comprensione dei meccanismi patologici, contribuendo così a identificare la migliore cura per il paziente.

Quanti sono i pazienti con malattia di Parkinson?

Dal Global Burden of Disease Study 2016, arrivano precise informazioni sulla prevalenza della malattia nel mondo dal 1990 al 2016. Lo studio ha classificato la malattia in tre livelli, sulla base della scala di Hoehn e Yahr: lieve, moderato e grave.

I risultati indicano come nel 2016 sei milioni e mezzo di pazienti erano affetti dalla malattia di Parkinson, a livello globale. Nel 1990 erano solo due milioni e mezzo.

Si potrebbe pensare che questo drammatico aumento sia legato all’aumento del numero delle persone anziane, ma i tassi di prevalenza standardizzati per l’età, nello stesso periodo, sono aumentati solo del 21,7%.

L’analisi ha inoltre evidenziato come questa malattia abbia provocato nel 2016 oltre 200.000 decessi.

Non è stata evidenziata alcuna differenza di genere. I rapporti maschi-femmine dei tassi di prevalenza standardizzati per età nel 2016 erano simili.

Tra il 1990 e il 2016, la prevalenza standardizzata per età e il tasso di mortalità sono aumentati globalmente, ad eccezione dell’America Latina meridionale, dell’Europa orientale e dell’Oceania.

Proiezioni per il futuro

Gli autori concludono con previsioni non rosee per il futuro. Valutano infatti che fattori demografici e di altra natura porteranno ad un costante e sostanziale incremento della prevalenza della malattia.

I disturbi neurologici sono oggi la principale fonte di disabilità a livello globale. L’invecchiamento sta aumentando il peso di tutti i disturbi neurodegenerativi, tra cui, in modo particolarmente significativo, la malattia di Parkinson.

In assenza di cure efficaci siamo decisamente disarmati nei confronti di questa patologia, ma certamente dobbiamo attenderci che, presto o tardi, qualche risultato positivo dalla ricerca arrivi. Nel frattempo, è indispensabile concentrarsi sulle misure in grado di identificare precocemente i soggetti affetti e sulle risposte di sanità pubblica per il supporto dei malati con disabilità.

 

Franco Folino

 

GBD 2016 Parkinson’s Disease Collaborators. Global, regional, and national burden of Parkinson’s disease, 1990–2016: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2016. The Lancet Neurology, Published: October 01, 2018.

 

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