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Il paradosso dell’obesità: i pazienti con insufficienza cardiaca acuta, obesi, hanno una sopravvivenza migliore

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I pazienti con insufficienza cardiaca acuta con “obesità metabolicamente sana” hanno una sopravvivenza migliore rispetto a quelli con “obesità metabolicamente non sana” o con peso normale, indipendentemente dallo stato metabolico. Sono queste le conclusioni di uno studio presentato oggi a EuroEcho-Imaging 2018, in corso a Milano.

I pazienti obesi hanno avuto un minor deterioramento della struttura e della funzionalità cardiaca.

Obesità e rischio cardiovascolare

L’obesità è un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di insufficienza cardiaca. Tuttavia, una volta diagnosticata l’insufficienza cardiaca, l’obesità è associata a una mortalità più bassa, il cosiddetto paradosso dell’obesità. Questo studio ha esplorato se questo paradosso potesse essere spiegato dalla salute metabolica e dalla struttura e dalla funzione del cuore.

Il termine “obesità metabolicamente sana” si riferisce alle persone che sono obese ma non hanno fattori di rischio metabolici, come ipertensione, colesterolo alto e intolleranza al glucosio.

Lo studio

Questo studio retrospettivo di coorte ha arruolato 3.564 pazienti ricoverati in ospedale con insufficienza cardiaca acuta tra il 2009 e il 2016. Di questi, 2.021 erano sovrappeso-obesi (BMI 23 kg / m2 o sopra) e 1.543 peso normale (BMI inferiore a 23 kg / m2). Sono stati raccolti dati sulla pressione sanguigna, colesterolo e glicemia.

L’ecocardiografia è stata utilizzata per valutare la frazione di eiezione ventricolare (FE), lo strain longitudinale globale (GLS) e la geometria. I pazienti sono stati seguiti per una mediana di 33,7 mesi. L’outcome primario era la mortalità per tutte le cause.

I pazienti obesi metabolicamente sani hanno evidenziato un tasso di sopravvivenza significativamente migliore (79,4%) rispetto ai pazienti obesi metabolicamente non sani (66,5%). La sopravvivenza era significativamente migliore anche rispetto ai pazienti con peso normale (63,9%) e con scarsa salute metabolica (55,5%).

I pazienti sovrappeso-obesi, rispetto ai pazienti con peso normale, hanno presentato un tasso significativamente più basso di ipertrofia del ventricolo sinistro (49,1% contro 62,4%), GLS più alto (11% versus 10,5%) e una migliore frazione di eiezione (41,6%contro il 38,9 %).

Il commento degli autori

Il Dr. Chan Soon Park, autore dello studio, cardiologo presso il Seoul National University Hospital, in Corea, ha dichiarato: “I nostri risultati forniscono approfondimenti sul perché l’obesità è protettiva nei pazienti con insufficienza cardiaca. Sulla base del nostro studio, i pazienti obesi hanno un’ipertrofia meno pronunciata e una maggiore frazione di eiezione, il che significa che c’è meno deterioramento nella struttura e nella funzione del cuore. Inoltre, abbiamo scoperto che la salute metabolica, come la pressione sanguigna, il colesterolo nel sangue e la tolleranza al glucosio, gioca un ruolo, nei pazienti obesi metabolicamente sani che hanno le migliori possibilità di sopravvivenza.

Riguardo alle implicazioni dei risultati, il dott. Park ha detto: “Valutare la struttura e la funzione del cuore e lo stato di salute metabolica nei pazienti con insufficienza cardiaca possono essere un modo promettente per identificare quelli a maggior rischio di morte prematura. Sono necessari ulteriori studi per vedere se prevenire e curare le anomalie metaboliche – ad esempio con statine e farmaci che abbassano la pressione sanguigna – può migliorare la prognosi dei pazienti sovrappeso e obesi con insufficienza cardiaca.”

 

 

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