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Con l’olio di scarto della cucina si possono far volare gli aerei: i test di Airbus

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Per la prima volta nella sua storia, Airbus ha fatto volare un suo A380 alimentato al 100% da un biocarburante per l’aviazione. Si tratta di un evento rilevante che apre le porte ad un nuovo futuro per l’aviazione commerciale, con una riduzione delle emissioni di carbonio e di altri inquinanti.

I biocarburanti

I biocarburanti sono combustibili che vengono ottenuti dalla lavorazione delle biomasse, ovvero dagli scarti e dai residui dell’attività agricola e forestale, come ad esempio il mais, il grano e la canna da zucchero, e dalla parte biodegradabile di alcuni rifiuti e domestici e industriali. Si basano quindi su risorse rinnovabili e a basso impatto ambientale.

I biocarburanti si dividono in due tipi: di prima e di seconda generazione, o avanzati. I primi sono quelli prodotti a partire da materie agricole, comunemente utilizzate come alimenti. IN questo caso lo svantaggio principale sarebbe quello di togliere terreno agricolo alla produzione di alimenti.

I biocarburanti di seconda generazione sono invece prodotti a partire da biomasse non utilizzabili per l’alimentazione umana o animale, che quindi non comportano lo sfruttamento esclusivo di terreno agricolo.

Il principale vantaggio ei biocarburanti è che sono ottenuti da una risorsa rinnovabile, potenzialmente disponibile in modo infinito.

D’altra parte, la produzione di biocarburanti richiede essa stessa un consumo di energia e quindi il rapporto tra energia prodotta ed energia consumata non è sempre vantaggioso.

Esempi di biocarburanti sono il bioetanolo, il biodiesel, gli idrocarburi sintetici e gli olii vegetali.

Combustibile sostenibile per l’aviazione

Il test di Airbus si è svolto all’aeroporto di Blagnac, nei pressi di Tolosa, in Francia, lo scorso 25 marzo. Il volo dell’A380 MSN 1 è durato circa tre ore, nel corso delle quali il suo motore Rolls-Royce Trent 900 ha funzionato perfettamente grazie a quello che viene definito un combustibile sostenibile per l’aviazione (SAF, Sustainable Aviation Fuel).

Tutti gli aeromobili Airbus sono già certificati per volare con una miscela fino al 50% di SAF miscelata con cherosene, ma in questo caso il carburante utilizzato è stato 100% SAF.

Per questo volo sperimentale sono state utilizzate 27 tonnellate di biocombustibile, fornite da TotalEnergies e prodotto in Normandia, vicino a Le Havre, in Francia. La sua composizione includeva esteri idrotrattati e acidi grassi (HEFA), era privo di aromatici e zolfo, e costituito principalmente da olio da cucina usato e da altri grassi di scarto.

Airbus prevede di fare un secondo test con lo stesso aeromobile, il 29 marzo, con partenza dall’aeroporto di Tolosa e arrivo in quello di Nizza. Lo scopo è quello di verificare le prestazioni del SAF durante le fasi di decollo e l’atterraggio.

Altri voli sperimentali Airbus

In realtà questo non è stato il primo velivolo Airbus a volare con un biocombustibile 100% SAF. In precedenza, altri due aeromobili della casa europea avevano utilizzato questo carburante nell’ultimo anno: il primo è stato un Airbus A350 nel marzo 2021; il secondo un A319neo nell’ottobre 2021.

L’aumento dell’uso di SAF rimane un percorso chiave per riuscire a ridurre le emissioni di carbonio, fino all’ambizioso traguardo “zero emissioni” previsto per il 2050.

Secondo i dati elaborati dall’Air Transport Action Group e presentati nel rapporto Waypoint 2050, sembra che l’utilizzo di SAF potrebbe far ridurre le emissioni di carbonio tra il 53% e il 71%.

Come dicevamo, tutti gli aeromobili Airbus sono attualmente certificati per volare con una miscela al 50% di SAF e cherosene, ma l’obiettivo è quello di ottenere la certificazione per il volo con combustibili 100% SAF entro la fine di questo decennio.

 

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