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Oncologia: rinforzare i batteri intestinali per migliorare la risposta all’immunoterapia

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La combinazione del prodotto bioterapeutico vivo CBM588 (un probiotico) con l’immunoterapia può migliorare le risposte antitumorali nei pazienti con carcinoma renale metastatico. Lo rileva un recente studio studio clinico di fase 1, pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

Questi risultati sottolineano il potenziale di modulazione che hanno i batteri all’interno dell’intestino di aumentare gli effetti dell’immunoterapia nei pazienti con cancro.

Il microbiota intestinale

E’ ben noto che i microrganismi presenti nell’intestino, noti nel loro insieme con il termine microbiota, sono coinvolti nella regolazione del sistema immunitario. Così in molte occasioni, quando è necessario potenziare la risposta immunitaria, un metodo naturale di favorirla è quello di ripopolare la flora batterica intestinale.

Allo stesso tempo è noto che la specifica composizione del microbiota è in grado di modulare l’efficacia dell’immunoterapia nei pazienti con cancro. (Per approfondire il ruolo dell’immunoterapia e di altre terapie emergenti nella cura delle neoplasie, guarda la nostra intervista, in due parti, al Prof. Paolo Marchetti).

Uno squilibrio tra i ceppi batterici

D’altra parte, uno squilibrio tra i ceppi di batteri all’interno dell’intestino è associato a differenti malattie, come quelle infiammatorie intestinali, e alcuni batteri specifici si associano a un aumento del rischio di cancro attraverso la produzione di tossine cancerogene o favorendo la resistenza delle neoplasie alle terapie antitumorali.

Sumanta Pal, Sarah Highlanderer e colleghi hanno condotto uno studio clinico di fase 1 in una coorte di 29 pazienti (età media di 66 anni, 72% maschi) con carcinoma renale metastatico. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere una combinazione standard di inibitori del checkpoint immunitario – una forma di immunoterapia – con o senza integrazione orale con un prodotto bioterapeutico vivo (CBM588) che modula il microbiota, compresi i bifidobatteri, all’interno dell’intestino. Le specie di Bifidobacterium erano state associate in precedenza a una migliore risposta agli inibitori del checkpoint immunitario.

Risposte migliorate e durature

Gli autori hanno scoperto che i pazienti che avevano ricevuto il CBM588 avevano ottenuto risposte migliorate e durature al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario, senza differenze di tossicità rispetto al gruppo di controllo. L’analisi dei campioni di feci di questi pazienti ha confermato un aumento del numero di specie di bifidobatteri nei responder clinici. In questi soggetti è stata inoltre evidenziata una sopravvivenza libera da progressione della malattia più lunga e una attivazione immunitaria.

Gli autori concludono che i loro dati sembrano supportare l’utilizzo del prodotto CBM588 per migliorare i risultati clinici nei pazienti con cancro sottoposti a immunoterapia. I risultati, tuttavia, dovranno essere confermati in studi più ampi e per altri tipi di tumore.

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