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Rosuvastatina associata ad un maggior rischio di sviluppare un diabete rispetto all’atorvastatina

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BruceBlaus/CC BY 3.0

Due tra le statine ampiamente utilizzate, rosuvastatina e atorvastatina, sono ugualmente efficaci nel prevenire infarti, ictus e morte nelle persone con malattia coronarica. Anche se il trattamento con rosuvastatina è associato ad una maggiore riduzione dei livelli di colesterolo, sembra che questo comporti però un rischio maggiore di sviluppare un diabete di tipo 2, rispetto all’atorvastatina.

Sono queste, in sintesi, le conclusioni di un recente studio pubblicato sul British Medical Journal.

I risultati dello studio clinico LODESTAR

L’abbassamento dei livelli di colesterolo LDL con le statine è raccomandato in particolare per le persone con malattia coronarica nota, che abbiano avuto o meno un precedente infarto del miocardio.

Pochi studi hanno però confrontato direttamente gli effetti clinici a lungo termine delle due statine più potenti e più frequentemente utilizzate – rosuvastatina e atorvastatina – nelle persone con malattia coronarica.

Per colmare questa lacuna, un gruppo di ricercatori coreani hanno analizzato i risultati dello studio clinico LODESTAR, che ha coinvolto 4.400 adulti (età media 65 anni; 28% donne) con malattia coronarica in 12 ospedali della Corea del Sud.

All’inizio dello studio, sono state registrate le informazioni sull’anamnesi e sullo stile di vita e i partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere rosuvastatina o atorvastatina, quotidianamente, per tre anni, da settembre 2016 a novembre 2019.

I ricercatori hanno poi esaminato le differenze tra i due gruppi in termini di decessi per qualsiasi causa e tassi di infarto del miocardio, ictus e rivascolarizzazione coronarica.

Sono stati valutati anche numerosi altri endpoint legati alla sicurezza dei due trattamenti, tra cui lo sviluppo del diabete di tipo 2, i ricoveri ospedalieri dovuti a insufficienza cardiaca, la formazione di trombosi rilevanti e l’intervento chirurgico per cataratta.

In totale, 4.341 dei 4.400 partecipanti (98,7%) hanno completato lo studio.

Un tasso più elevato di diabete tipo 2

I ricercatori hanno riscontrato lievi differenze non significative tra i due gruppi per quanto riguarda la morte per tutte le cause (2,6% nel gruppo rosuvastatina vs 2,3% nel gruppo atorvastatina), infarto del miocardio (1,5% vs 1,2%), ictus (1,1% vs 0,9%) o qualsiasi rivascolarizzazione (5,3% vs 5,2%).

Il livello medio di colesterolo LDL durante il periodo di studio è risultato significativamente inferiore nel gruppo rosuvastatina rispetto al gruppo atorvastatina (1,8 vs 1,9 mmol/L; p<0.001).

Il gruppo rosuvastatina ha fatto registrare un tasso più elevato di sviluppo di diabete tipo 2 che ha richiesto un trattamento farmacologico (7,2% vs 5,3%) e di interventi per cataratta (2,5% vs 1,5%), ma altri risultati sulla sicurezza non differivano tra i due gruppi.

I ricercatori riconoscono diversi limiti dello studio, incluso il fatto che in questo studio sono stati inclusi solo partecipanti asiatici e che il periodo di studio di tre anni potrebbe essere stato relativamente breve per trovare effetti a lungo termine di due tipi di statine.

Pertanto, affermano che i loro risultati “dovrebbero essere interpretati con cautela e sono giustificate ulteriori indagini dedicate con un follow-up più lungo”.

Tuttavia, concludono: “Nelle persone con malattia coronarica, rosuvastatina e atorvastatina hanno mostrato un’efficacia comparabile in termini di un composito di morte per tutte le cause, infarto miocardico, ictus o qualsiasi rivascolarizzazione coronarica entro tre anni”.

Aggiungono: “La rosuvastatina era associata a livelli più bassi di colesterolo LDL, ma comportava un rischio maggiore di nuova insorgenza di diabete mellito che richiedeva antidiabetici e di intervento chirurgico alla cataratta, rispetto all’atorvastatina”.

 

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