E’ stata recentemente pubblicata online, sul giornale Therapeutic Advances in Musculoskeletal Disease, una review, di libero accesso, che analizza gli aspetti più controversi legati all’assunzione di integratori di calcio e vitamina D.
L’osteoporosi, legata prevalentemente ad una carenza di vitamina D e calcio è un problema che interessa una vasta parte della popolazione anziana, femminile e maschile. Ha portato ad un diffuso utilizzo di integratori e il dosaggio della vitamina D nel sangue è un esame bioumorale che è ormai entrato di routine nello screening di soggetti anziani, dimostrando quanto il deficit di questa vitamina sia molto comune.
Le cause che portano alla carenza di vitamina D sono differenti.
Si può verificare perché non sono assunte quantità adeguate di vitamina D. Situazione frequente in chi segue una dieta vegana/vegetariana rigorosa, perché le principali fonti di questa vitamina sono animali: pesce, tuorli d’uovo, latte, fegato di manzo.
Un’altra possibilità e che non vi sia un’adeguata esposizione della cute alla luce solare. Evenienza comune per chi vive a latitudini nordiche, ma anche in chi indossa abiti lunghi o ha un lavoro che lo costringere a passare gran parte della sua giornata in ambienti chiusi.
Infine, una carenza di vitamina D può essere legata ad una pigmentazione scura della pelle, che riduce la quantità di luce solare assorbita dalla pelle stessa.
La terapia con integratori di vitamina D e calcio è spesso dibattuta, sia per i risultati a volte ambigui delle sperimentazioni cliniche che hanno testato la sua efficacia, sia per i potenziali effetti avversi, in particolare a livello del sistema cardiovascolare.
Questa completa review analizza il problema del mantenimento di adeguati livelli di calcio ematico, e al suo rapporto con la densità di mineralizzazione dell’osso. Valuta i risultati degli studi clinici che hanno analizzato l’utilità dei trattamenti suppletivi di vitamina D nella prevenzione delle fratture, sui possibili effetti avversi in ambito cardiovascolare e sugli effetti di questo trattamento sulla mortalità complessiva.