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I bambini più intelligenti vivono più a lungo

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Priory Street School for boys, class of 1956/Gardiner & James Families/Wikimedia commons

Arriva dal Regno Unito uno studio che ha valutato l’associazione tra intelligenza misurata in età infantile e le specifiche cause di morte nel corso della vita. Già precedenti sperimentazioni avevano evidenziato come i bambini che dimostravano un’intelligenza più elevata presentavano una maggiore longevità. Questa nuova ricerca ha voluto analizzare più in dettaglio la consistenza di questa associazione, nonché le principali cause di morte e le differenze di genere.

La popolazione, analizzata in modo retrospettivo, era composta da tutti i nati in Scozia nel 1936, iscritti a scuola nel 1947 e che avevano completato un test di intelligenza generale (Moray House Test), composto da 71 elementi che valutano il ragionamento verbale e non verbale. I dati sanitari sono stati derivati dal database del sistema sanitario nazionale (NHS).

Nel complesso sono stati valutati 65.765 individui, seguiti nel corso di un follow-up medio di 57 anni. In questo periodo sono stati registrati 25.979 decessi. L’età media alla morte è stata di 66,1 anni.

I risultati hanno dimostrato un’associazione inversa tra livello di intelligenza e rischio di mortalità, causa specifica. Il rischio di morte per malattie respiratorie è stato di due terzi più basso nei bambini inclusi nel decimo superiore della classifica di intelligenza, nei confronti di quelli inclusi nel decimo inferiore.

Sempre confrontando queste due fasce di classifica, le morti causate da malattie cardiache, ictus, tumori collegati al fumo, malattie digestive e cause esterne, sono risultate dimezzate nel gruppo con intelligenza più elevata.  Il rischio di mortalità correlato alla demenza e al suicidio, era ridotto di almeno un terzo nel quarto di classifica con punteggi di intelligenza più elevati, rispetto al quarto con punteggi più bassi.

Al contrario, non è stata evidenziata alcuna associazione tra intelligenza infantile e mortalità da tumori non correlati al fumo.

Considerando le differenze di genere emerge come l’intelligenza infantile sia leggermente più correlata alla malattia coronarica, ai tumori associati al fumo, alle malattie respiratorie e alla demenza nelle donne rispetto agli uomini. La maggiore differenza in quest’analisi riguarda la demenza: un punteggio di intelligenza più alto di 1 deviazione standard è risultato associato a un rischio ridotto del 10% di mortalità per demenza negli uomini e del 24% nelle donne.

I risultati di quest’analisi confermano quindi quanto è emerso da precedenti studi: una forte associazione tra livello di intelligenza in età infantile e cause di morte nel corso della vita.

E’ difficile stabilire quanto di innato venga valutato in un test di intelligenza, somministrato ad un bambino, ma certo è che delle robuste campagne di informazione sanitaria possono essere estremamente utili per correggere comportamenti sbagliati ed agire sui fattori di rischio modificabili di malattia, determinando significativi miglioramenti sulla sopravvivenza, in tutta la popolazione.

 

 

Catherine M Calvin et al. Childhood intelligence in relation to major causes of death in 68 year follow-up: prospective population study. BMJ 2017;357:j2708.

 

 

 

 

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