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Malattia di Alzheimer: il ruolo del sistema linfatico cerebrale

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Astrocytes stained for GFAP, with end-feet ensheathing blood vessels Author: Jeffery J. Iliff

La malattia di Alzheimer è il tipo più comune di demenza e rappresenta un grave problema di salute pubblica. Il suo impatto sul sistema sanitario è in costante aumento, anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

Non esistono farmaci efficaci per la cura di questa malattia, e questo è forse dovuto al fatto che ancora non sono stati compresi con chiarezza i meccanismi responsabili di questo decadimento cognitivo. L’elenco delle possibili cause è molto lungo. Sono stati proposti meccanismi cellulari, genetici, molecolari. È stato proposto il coinvolgimento di fenomeni infiammatori e di fattori metabolici.

Negli ultimi decenni, su tutti ha dominato il riscontro della formazione cerebrale di β amiloide, che rappresenta ormai una caratteristica patologica critica della malattia di Alzheimer. Tanto che un accumulo di questo peptide in forma di placche senili, fu riportato già da Alois Alzheimer, lo scopritore della malattia.

Malattia di Alzheimer e sistema linfatico

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, sembra però indicare nuove vie da esplorare per meglio comprendere la fisiopatologia di questa malattia.

Per molto tempo si è creduto che il parenchima del sistema nervoso centrale fosse privo di un sistema linfatico. Si pensava quindi che i cataboliti tissutali venissero rimossi attraverso una via “paravascolare”.

Gli autori concentrano invece l’attenzione proprio sul sistema linfatico delle meningi e sul suo ruolo drenante.

Su un modello animale murrino, hanno dimostrato come i vasi linfatici meningei scaricano macromolecole prodotte dal sistema nervoso centrale nei linfonodi cervicali.

Nel modello sperimentale è stato inoltre evidenziato come l’indebolimento della funzione linfatica meningea, rallenta l’afflusso di macromolecole al cervello. Al tempo stesso riduce anche l’efflusso di macromolecole dal liquido interstiziale, causando negli animali una compromissione cognitiva.

Una possibile cura per la malattia di Alzheimer

Gli sperimentatori hanno anche provato ad utilizzare un intervento terapeutico, trattando i topi con fattore di crescita dell’endotelio vascolare C.  Hanno visto che la somministrazione di questa proteina migliora il drenaggio linfatico meningeo delle macromolecole dal liquido cerebrospinale. Allo stesso tempo si induce un miglioramento anche della perfusione cerebrale, dell’apprendimento e delle prestazioni della memoria.

Utilizzando tropi transgenici è stato infine dimostrato come la rottura dei vasi linfatici meningei, induce una deposizione di sostanza β amiloide nelle meningi, con forti somiglianze alla patologia umana. Inoltre, si aggrava anche l’accumulo di β amiloide parenchimale.

Con questi risultati si aprono nuove prospettive per il trattamento della malattia di Alzheimer. Mirare ad una cura che migliori la funzione linfatica meningea si discosta dalle attuali linee di ricerca, ma potrebbe finalmente portare a una terapia efficace.

 

Franco Folino

Volume 560 Issue 7717

 

Sandro Da Mesquita, et al. Functional aspects of meningeal lymphatics in ageing and Alzheimer’s disease. Nature volume 560, pages185–191 (2018).

 

 

 

 

 

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