Home Cardiologia Lo spironolattone nell’insufficienza cardiaca: anche per i pazienti con insufficienza renale?

Lo spironolattone nell’insufficienza cardiaca: anche per i pazienti con insufficienza renale?

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Congestive heart failure secondary to chronic hypertension. Public Health Image Library (PHIL), Image 6241. CDC/ Dr. Thomas Hooten

Lo scompenso cardiaco congestizio è più frequente nei pazienti con malattia renale cronica (CKD). Allo stesso tempo, circa la metà di tutte le morti in pazienti con deterioramento della funzionalità renale sono dovute a cause cardiovascolari.

Le attuali linee guida consigliano l’uso dello spironolattone nei pazienti con insufficienza cardiaca, per una inibizione più completa del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS). La maggior parte degli studi su questo farmaco, in pazienti con scompenso cardiaco, ha tuttavia escluso i pazienti con disfunzione renale. Così, i dati a supporto dell’uso dello spironolattone in pazienti con insufficienza renale cronica sono piuttosto limitati.

La scheda tecnica dello spironolattone, controindica il trattamento in caso di compromissione della funzionalità renale e una clearance della creatinina inferiore a 30 mL/min/1,73m2.

Lo studio OPTIMIZE-HF

Un recente studio, pubblicato sulla rivista The American Journal of Medicine, ha voluto esaminare questo aspetto, analizzando l’efficacia dello spironolattone in una popolazione di soggetti anziani, con scompenso cardiaco e frazione di eiezione ridotta. I risultati ottenuti sono stati correlati ai valori di creatinina sierica e alla velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR).

I ricercatori hanno utilizzato i dati del registro OPTIMIZE-HF, includendo nello studio 8.206 pazienti con frazione di eiezione inferiore o uguale al 35%, senza precedente uso di spironolattone. Di questi, 6.986 sono risultati eleggibili all’assunzione del farmaco, in base ai valori della creatinina sierica (uomini ≤ 2,5mg/dL, donne ≤ 2,0mg/dL), ed è stato infine prescritto in 865 pazienti.

Nell’analisi è stato sviluppato un propensity score per l’uso di spironolattone, includendo una coorte abbinata di 1.724 pazienti che ricevevano o meno il farmaco, bilanciati su 58 caratteristiche basali.

Con lo stesso processo è stata poi creata una seconda coorte abbinata di 1.638 pazienti con velocità di filtrazione glomerulare stimata ≥30 ml/min/1,73m2.

I risultati dello studio hanno evidenziato come l’uso di spironolattone non era significativamente associato ad una riduzione della mortalità per tutte le cause (HR 0,92), ma era significativamente associato a un rischio inferiore di riospedalizzazione per scompenso cardiaco (HR 0,87).

Nella coorte abbinata per eGFR, l’uso di spironolattone era associato a un rischio significativamente più basso di mortalità per tutte le cause (HR 0,87).

Spironolattone per tutti?

Lo studio dimostra prima di tutto come solo una minima percentuale di pazienti anziani con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta, potenzialmente idonei per una terapia con spironolattone, lo hanno utilizzato realmente. D’altra parte, è stato evidenziato un seppur modesto effetto clinico positivo del farmaco, nei pazienti anziani ospedalizzati con per scompenso cardiaco, indipendentemente dai livelli di funzionalità renale.

 

Franco Folino

 

Essraa Bayoumi, et al. Spironolactone and Outcomes in Older Patients with Heart Failure and Reduced Ejection Fraction. The American Journal of Medicine. Published online 19 September 2018.

 

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