Rispetto al placebo, l’inibizione dell’interleuchina-1β (IL-1β), ottenuta con la somministrazione di, riduce l’anemia incidente e migliora i livelli di emoglobina nei pazienti con anemia prevalente.
Sono questi i risultati di un’analisi secondaria di uno studio multinazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Annals of Internal Medicine. In questo studio è stato osservato un effetto pronunciato nei partecipanti che avevano manifestato una risposta antinfiammatoria più pronunciata.
Infiammazione e anemia
L’infiammazione contribuisce allo sviluppo di un’anemia nei pazienti con malattia cronica o infezione e può svolgere un ruolo nell’insorgenza dell’anemia negli anziani. Numerosi fattori contribuiscono all’anemia che accompagna l’infiammazione cronica e le citochine infiammatorie, come IL-1β, una citochina secreta da vari tipi di cellule del sistema immunitario, tra cui macrofagi, monociti e cellule dendritiche, e IL-6, partecipano alla sua patogenesi. Non era ancora stato chiarito se una terapia antinfiammatoria mirata a IL-1β potesse essere in grado di invertire questi effetti negativi sulla crasi ematica.
L’inibizione dell’IL-1β con canakinumab per trattare l’anemia
I ricercatori del Brigham and Women ‘s Hospital, della Harvard Medical School, hanno analizzato i dati dello studio CANTOS (Canakinumab Anti-infiammatory Thrombosis Outcomes Study). Uno studio randomizzato, controllato, che ha cercato di determinare se l’inibizione della citochina IL-1β con canakinumab, un anticorpo monoclonale di tipo umano, fosse in grado di migliorare l’anemia incidente e far incrementare i livelli di emoglobina tra quelli con anemia prevalente.
Hanno scoperto che l’inibizione dell’IL-1β ha ridotto l’incidenza di anemia del 16%, con un effetto pronunciato nei partecipanti con la risposta antinfiammatoria più robusta. Secondo gli autori, questi dati evidenziano il ruolo della segnalazione del percorso IL-1β/IL-6 nell’insorgenza dell’anemia, in una vasta popolazione con infiammazione cronica. I risultati di questo studio invitano quindi a procedere su questa strada, progettando nuove sperimentazioni prospettiche che possano identificare le popolazioni che potrebbero trarre beneficio da terapie antinfiammatorie per la cura dell’anemia.