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COVID-19: quanto frequenti sono le miocarditi e le pericarditi post vaccinazione?

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Human Chest Cavity illustration: Right lung, left lung, heart copyright American Heart Association

Anche il sistema cardiovascolare può essere colpito dalle complicanze della malattia COVID-19. Molte sono le osservazioni di endocarditi nelle persone colpite da questa infezione virale, ma negli ultimi mesi sono stati segnalati anche rari casi di endocardite in seguito alle vaccinazioni contro il virus della SARS-CoV-2 con preparati a mRNA.

Per far luce sul reale impatto di questi eventi, un gruppo di ricercatori nordamericani ha valutato i casi di miocardite o pericardite post-vaccinazione in un’ampia coorte di soggetti, componendo un quadro molto preciso sui lor tassi di incidenza.

Miocardite dopo un intervallo di 3,5 giorni dalla vaccinazione

Hanno partecipato alla raccolta dei dati quaranta ospedali nordamericani, identificando con sistemi elettronici i pazienti vaccinati per COVID-19, con qualsiasi tipo di vaccino. A queste informazioni sono poi stati associati i casi di pazienti con diagnosi di miocardite, miopericardite o pericardite.

Nel complesso sono stati valutati oltre due milioni (2.000.287) di individui che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino e avevano un’età media di 57 anni (58,9% donne).

Il 52,6% aveva ricevuto il vaccino Pfizer/BioNTech, il 44,1% il vaccino Moderna e il 3,1% il vaccino Janssen/Johnson & Johnson.

Venti individui hanno sviluppato una miocardite correlata al vaccino, con un tasso che corrisponde a 1 caso ogni 100.000 vaccinazioni. Quindici erano maschi (75%) e avevano un’età media di 36 anni.

L’esordio della miocardite è avvenuto dopo un intervallo mediano di 3,5 giorni dalla vaccinazione: in 11 casi dopo somministrazione del vaccino Moderna e in 9 casi dopo il vaccino Pfizer.

Nella maggior parte dei casi i sintomi si sono presentati dopo la somministrazione della seconda dose (80% versus 20%). Non sono stati registrati decessi.

Ad una mediana i 23,5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, 13 pazienti hanno avuto una risoluzione dei sintomi e 7 stavano migliorando.

I maschi sono risultati i più colpiti

Trentasette soggetti hanno sviluppato una pericardite (1,8 casi per 100.000). Il suo esordio è stato decisamente più tardivo, comparendo ad un intervallo mediano di 20 giorni dopo la vaccinazione.

Si è sviluppata dopo la prima immunizzazione in 15 casi e dopo la seconda in 22 casi. Responsabile è stato il vaccino Moderna in 12 casi (32%), il vaccino Pfizer in 23 casi (62%) e il vaccino Janssen/Johnson & Johnson in 2 casi (5%).

Anche per la pericardite i maschi sono risultati più colpiti (73%), mentre l’età media era decisamente più avanzata (59 anni) rispetto alla miocardite. Non è stato registrato nessun decesso.

All’ultimo follow-up disponibile dello studio, registrato ad un intervallo mediano di 28 giorni, il 19% dei pazienti era ormai asintomatico e il 62% stava migliorando.

Un evento sottostimato

In questa Research Letter, pubblicata sulla rivista JAMA, i ricercatori forniscono dati consistenti sull’incidenza dei casi di miocardite o pericardite a seguito delle vaccinazioni con preparati di tipo mRNA.

Secondo gli autori, confrontando i dati dello studio con quelli forniti dal Centers for Disease Control and Prevention, che riporta casi di miocardite con un tasso di 4,8 casi per milione, sembra che questo evento sia sottostimato.

Tra gli aspetti più chiaramente messi in luce dalla ricerca emergono il più breve intervallo di tempo prima dell’esordio dei sintomi per la miocardite e il fatto che sia i casi di pericardite sia quelli di miocardite colpiscano in modo decisamente più frequente i maschi.

 

 

Franco Folino

 

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