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Con o senza zucchero, il caffè fa vivere più a lungo

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Da molti anni vengono pubblicati studi che evidenziano effetti dannosi o protettivi del caffè sulla salute. Negli ultimi anni stanno però prevalendo quelli che ne sottolineano gli aspetti positivi. Vi abbiamo già presentato una ricerca dello scorso anno che evidenziava gli effetti benefici del caffè sul fegato e un precedente studio, del 2017, che dimostrava una mortalità ridotta, in particolare per le malattie del tratto digestivo e quelle cerebrovascolari, nei soggetti che avevano consumato maggiori quantità di caffè.

Tutti questi studi però non avevano mai fatto distinzione tra caffè amaro, zuccherato o addolcito con dolcificanti artificiali.

Arrivano ora nuove conferme a questi effetti positivi della caffeina in un nuovo lavoro, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, che rileva come, rispetto ai non bevitori di caffè, gli adulti che hanno bevuto quantità moderate (da 1,5 a 3,5 tazze al giorno) di caffè, non zuccherato o dolcificato con zucchero, avevano meno probabilità di morire durante un periodo di follow-up di 7 anni. I risultati per coloro che hanno utilizzato dolcificanti artificiali sono stati meno chiari.

Va ricordato che le tazze di caffè nel mondo anglosassone hanno poco a che vedere con le le nostre tazzine di caffè espresso. In questo caso il caffè che viene bevuto è di tipo filtrato, quindi risulta molto più allungato.

Dal 29 al 31% in meno di probabilità di morire

I ricercatori della Southern Medical University di Guangzhou, in Cina, hanno utilizzato i dati del questionario sul comportamento sanitario dello studio Biobank, del Regno Unito, per valutare le associazioni tra il consumo di caffè zuccherato, zuccherato artificialmente e non zuccherato, con la mortalità per tutte le cause e per causa specifica.

A più di 171.000 partecipanti del Regno Unito, senza malattie cardiache o cancro noti, sono state poste diverse domande sul comportamento alimentare e sanitario per determinare le abitudini di consumo del caffè. Gli autori hanno scoperto che durante il periodo di follow-up di 7 anni, i partecipanti che hanno bevuto qualsiasi quantità di caffè non zuccherato avevano dal 16 al 21% in meno di probabilità di morire rispetto ai partecipanti che non avevano bevuto caffè.

Hanno anche scoperto che i partecipanti che bevevano da 1,5 a 3,5 tazze al giorno di caffè addolcito con zucchero avevano dal 29 al 31% in meno di probabilità di morire rispetto ai partecipanti che non bevevano caffè. Gli autori hanno notato che gli adulti che bevevano caffè zuccherato aggiungevano in media solo circa 1 cucchiaino di zucchero per tazza di caffè. Al contrario, i risultati non sono stati conclusivi per i partecipanti che hanno utilizzato dolcificanti artificiali nel loro caffè.

Andrebbero considerate anche le variabili confondenti

Un editoriale di accompagnamento dei redattori di Annals of Internal Medicine osserva che anche se il caffè ha qualità che potrebbero rendere possibili benefici per la salute, andrebbero considerate anche tutte le possibili variabili confondenti, tra cui differenze nello stato socioeconomico, nella dieta e altri fattori dello stile, che possono influire in modo rilevante sui risultati dello studio.

Gli autori aggiungono che i dati dei partecipanti hanno almeno dieci anni e sono raccolti in un paese in cui il tè è una bevanda altrettanto popolare. Avvertono che la quantità media di zucchero giornaliero per tazza di caffè registrata in questa analisi è molto inferiore rispetto alle bevande speciali delle più famose catene di caffè.

Sulla base di questi dati, i medici possono dire ai loro pazienti che non è necessario che la maggior parte dei bevitori di caffè elimini la bevanda dalla propria dieta, ma piuttosto che siano cauti riguardo ai caffè speciali ad alto contenuto calorico.

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