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I disturbi del sonno REM possono precedere l’insorgenza di malattie neurodegenerative

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Screenshot of a PSG of a person in REM sleep. NascarEd.

Uno studio multicentrico internazionale ha documentato come i disturbi idiopatici del sonno REM possano precedere l’insorgenza di malattie neurodegenerative, quali il morbo di Parkinson e l’atrofia multisistemica. I risultati di questa sperimentazione sono stati pubblicati, con libero accesso, nel numero di marzo della rivista Brain.

I disturbi idiopatici del sonno REM

Le caratteristiche cliniche dei disturbi del sonno REM sono distintive e le manifestazioni sono spesso descritte dai coniugi. Questi disturbi tendono a colpire i maschi di mezza età o più anziani. Le manifestazioni caratteristiche possono essere differenti e variano dalle vocalizzazioni anormali a comportamenti motori anormali. Inoltre, i pazienti partecipano in modo attivo ai loro sogni, urlando, agitando gli arti e lanciando pugni e calci. Spesso identificano degli aggressori nei sogni.

Questi disturbi dipendono, almeno in parte, dalla perdita della normale paralisi attiva dei muscoli scheletrici durante il sonno REM e la maggior parte di questa fase si manifesta nella seconda metà del periodo di sonno. In particolare, i comportamenti anomali si manifestano tipicamente molto dopo la mezzanotte e durante la parte terminale del sonno.

Disturbi del sonno REM e malattie neurodegenerative: lo studio

Questo nuovo studio ha valutato il rischio di sviluppare una malattia neurodegenerativa, e i suoi predittori, in una popolazione di 1.280 pazienti con disturbi idiopatici del sonno REM, confermati alla polisonnografia, senza parkinsonismo o demenza, afferenti a 24 centri dell’International RBD Study Group. La loro età media era di 66 anni.

Alla visita basale, i pazienti sono stati sottoposti a test sensoriali del sonno, motori, cognitivi, neurovegetativi e speciali.

Una conversione frequente

Il tasso di conversione dal disturbo del sonno a una sindrome neurodegenerativa conclamata è stato del 6,3% all’anno. Ad un follow-up di 12 anni il tasso di conversione era del 73,5%.

La percentuale di pazienti che ha sviluppato una malattia neurodegenerativa è risultata particolarmente elevata in presenza di test quantitativi motori anormali (HR 3,16) e di un esame obiettivo motorio anormale (HR 3,03). Anche un deficit olfattivo (HR 2,62), un lieve deterioramento cognitivo (HR 1,91-2,37) e una disfunzione erettile (HR 2,13) sono apparsi correlati ad un significativo incremento della conversione.

Al contrario, non è stato dimostrato alcun valore predittivo significativo per genere, sonnolenza diurna, insonnia, sindrome delle gambe senza riposo, apnea notturna, disfunzione urinaria, sintomi ortostatici, depressione, ansia o iperecogenicità della substantia nigra.

Tra i 336 pazienti con diagnosi di malattia con corpi di Lewy, vi erano relativamente poche differenze tra i pazienti che si erano convertiti prima alla demenza rispetto al parkinsonismo. Le uniche variabili che differivano fortemente erano quelle che testavano la cognizione.

Un potente segnale precoce di malattia

I risultati di questo studio sembrano dimostrare come i disturbi idiopatici del sonno REM siano un importante campanello d’allarme per il successivo sviluppo di malattie neurodegenerative, in particolare per malattia di Parkinson, demenza con corpi di Lewy e atrofia multisistemica.

È evidente che lo studio dei fattori predittivi valutati in questa sperimentazione, può fornire così un’importante opportunità per intervenire precocemente con una terapia neuroprotettiva.

 

Franco Folino

 

Ronald B Postuma, et al. Risk and predictors of dementia and parkinsonism in idiopathic REM sleep behaviour disorder: a multicentre study . Brain, Volume 142, Issue 3, 1 March 2019, Pages 744–759.

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