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COVID-19: il vaccino Pfizer-BioNTech è in grado di neutralizzare alcune varianti del virus

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Immagine del coronavirus
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In uno studio condotto sul siero di 20 persone, cui era stato somministrato il vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 (BNT162b2), è stato dimostrato che gli anticorpi prodotti erano in grado di neutralizzare il virus SARS-CoV-2 che presentava le mutazioni N501Y ed E484K. La ricerca è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista Nature Medicine.

Le mutazioni della proteina spike

I nuovi ceppi del virus SARS-CoV-2, recentemente apparsi nel Regno Unito e in Sud Africa, condividono la stessa mutazione, chiamata N501Y. Un ceppo sudafricano separato ha evidenziato una differente mutazione, la E484K. Queste mutazioni sono localizzate nella proteina spike del virus, vale a dire quella spina che si trova sulla superficie del virus e che il microrganismo utilizza per entrare nelle cellule e riprodursi. La mutazione potrebbe quindi potenzialmente aumentare l’affinità di questo spike per il recettore delle cellule ACE2, a cui è noto che SARS-CoV-2 si lega, facilitando così l’ingresso nelle cellule umane. La mutazione N501Y sembra anche espandere la gamma di ospiti che il virus può infettare, inclusi i topi.

Capire se i vaccini attualmente sviluppati per il virus SARS-CoV-2 forniscano anche protezione contro queste mutazioni è quindi una priorità urgente.

La neutralizzazione dei virus mutanti

Pei-Yong Shi, Philip Dormitzer e colleghi hanno progettato combinazioni di mutazioni trovate in queste varianti circolanti e hanno testato una serie di sieri umani ottenuti da 20 soggetti che avevano già partecipato ad un precedente studio clinico sul vaccino BNT162b2. Il siero è stato ottenuto 2 o 4 settimane dopo l’immunizzazione indotta con due dosi di vaccino BNT162b2, distanziate di tre settimane l’una dall’altra. Ogni siero è stato testato per la sua capacità di neutralizzare il ceppo del virus SARS-CoV-2 senza mutazioni e quelli con mutazioni.

Gli autori hanno evidenziato la neutralizzazione dei virus mutanti da parte del siero, con leggere variazioni: la neutralizzazione contro la mutazione E484K era leggermente meno efficace rispetto alla neutralizzazione contro la mutazione N501Y.

Gli autori concludono che l’evoluzione in corso del virus SARS-CoV-2 richiede un monitoraggio continuo dell’efficacia del vaccino per i novi ceppi emergenti.

 

 

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