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I nati pretermine possono sviluppare una fibrosi miocardica in età adulta

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Human Chest Cavity illustration: Right lung, left lung, heart copyright American Heart Association

Nascere prima del termine può predisporre al successivo sviluppo, in età adulta, di alterazioni del miocardio ventricolare. È quanto emerge da una recente ricerca, pubblicata sulle pagine del Journal of the American College of Cardiology.

In questo studio si è visto come soggetti giovani, nati prematuri, avevano una maggiore frazione di volume extracellulare a livello del ventricolo sinistro, inversamente correlata con l’età gestazionale.  Questa alterazione a livello del miocardio è stata poi correlata a una peggiore funzione diastolica.

Il parto pretermine

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce nascita pretermine come la nascita che avviene prima delle 37 settimane di gestazione completate. Anche nelle donne sane, con gravidanze a basso rischio, una parte dei bambini nasce prematura.

Per il neonato, la nascita pretermine è un fattore di rischio che ha un impatto sulla salute, sul benessere e sul suo sviluppo nella vita adulta. Nel complesso, gli esiti di mortalità e morbilità dei bambini nati prematuri sono più scarsi di quelli di quelli nati a termine, con i peggiori esiti clinici che si verificano per periodi di gestazione più brevi.

Alcuni studi hanno evidenziato tassi di natalità pretermine che variavano da circa il 5%, in alcuni paesi europei, al 18%, in alcuni paesi africani. Solitamente si considera che una nascita pretermine si verifichi in circa il 10% dei bambini nati vivi in ​​tutto il mondo.

Molti sono i fattori di rischio per il parto pretermine. Questo è un evento più frequente nelle gravidanze adolescenziali e in quelle in età materna avanzata. Altri fattori di rischio sono il sesso maschile del bambino, la scarsa nutrizione della madre, la deplezione di folati, la fecondazione in vitro, il fumo in gravidanza, così come alcune infezioni genitali e del tratto urinario, la pre-eclampsiae il diabete pregestazionale e gestazionale. La nascita pretermine in una gravidanza precedente è un forte fattore di rischio per la nascita pretermine in una gravidanza successiva, così come la nulliparità materna.

Già in passato diversi studi avevano valutato l’impatto della nascita pretermine sullo sviluppo di malattie cardiovascolari, evidenziando un aumento del rischio di sviluppare condizioni quali l’insufficienza cardiaca e la cardiopatia ischemica nell’infanzia e nell’età adulta.

Gli studi non si sono però limitati a questo, evidenziando anche vere e proprie alterazioni morfologiche e funzionali del miocardio ventricolare nei soggetti nati pretermine. Alterazioni che possono manifestarsi già nel periodo neonatale, continuando poi ad evolvere con il passare degli anni.

Lo studio YACHT

Basandosi sul presupposto che in modelli animali dopo parto pretermine si era rilevato un danno funzionale del ventricolo forse dovuto a una sovraregolazione della fibrosi miocardica, questo nuovo studio ha voluto determinare se vi fosse effettivamente una fibrosi ventricolare sinistra in giovani adulti nati pretermine.

Per fare questo sono stati inclusi nello studio YACHT (Young Adult Cardiovascular Health Trial) 101 soggetti adulti: 54 nati a termine (media 39,5 settimane di gestazione) e 47 nati prematuri (media 32,8 settimane di gestazione).

I partecipanti sono stati sottoposti ad ecocardiogramma bidimensionale con acquisizione con campionamento Doppler di flusso e Doppler tissutale.

La struttura del ventricolo sinistro è stata valutata con una risonanza magnetica cardiaca, con somministrazione di un mezzo di contrasto a base di gadolinio.

La frazione di volume extracellulare era maggiore nei nati pretermine

I risultati dello studio hanno evidenziato come gli adulti nati pretermine, rispetto a quelli a termine, avevano un volume telediastolico e telesistolico del ventricolo sinistro inferiore. A questo si associava una massa ventricolare sinistra e uno spessore della parete maggiori.

Inoltre, il picco di deformazione sistolica longitudinale e la velocità di deformazione diastolica, valutati con la risonanza magnetica e con l’ecocardiografia, erano inferiori nei nati pretermine. Anche il rapporto E/A, misurato mediante ecocardiografia, era inferiore nei nati pretermine rispetto agli adulti nati a termine.

Infine, nei nati pretermine, rispetto agli adulti nati a termine, è stata evidenziata una maggiore frazione di volume extracellulare (27,81% versus 25,48%). Questo stesso parametro è risultato poi correlato all’età gestazionale, al picco di deformazione sistolica longitudinale e al rapporto E/A.

Un maggior rischio di insufficienza cardiaca

Questo studio presenta per la prima volta il riscontro nell’uomo di una fibrosi miocardica in giovani adulti nati pretermine. Si tratta di una conferma di quanto importante sia il completamento del processo di maturazione fetale per l’evoluzione delle strutture cardiache, anche se la formazione del cuore a quattro camere avviene già entro la settima settimana di gestazione.

La nascita pretermine sembra così causare la formazione di una maggior quota di fibrosi a livello ventricolare, causando a sua volta una maggior rigidità di queste camere cardiache e un’alterazione della fase di diastole.

Che significato possono avere queste alterazioni per la salute cardiovascolare futura di questo soggetti nati pretermine? Purtroppo, anche se le informazioni a nostra disposizione, in questo momento, non forniscono dati precisi, è possibile che in presenza di una maggior frazione di volume extracellulare si sviluppi nel tempo, in alcuni casi, un’insufficienza cardiaca.

Gli autori ribadiscono così l’utilità di questo indice come marcatore prognostico per la stratificazione del rischio di insufficienza cardiaca precoce e mortalità precoce correlata alle malattie cardiovascolari.

Quali sono le cause che portano allo sviluppo di alterazioni a livello ventricolare? I ricercatori prospettano che possono essere dovute in parte allo stress emodinamico e al sovraccarico di pressione affrontato dal miocardio immaturo al momento della nascita. Prospettano però che nella patogenesi di queste alterazioni siano coinvolti anche altri stimoli, quali l’infiammazione e lo stress ossidativo.

Gli autori concludono sottolineando la necessità di ulteriori studi per determinare se la fibrosi miocardica nei giovani adulti nati pretermine peggiori con l’invecchiamento e la sua relazione con i fattori di rischio cardiovascolare convenzionali.

 

Franco Folino

 

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