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Carcinoma del seno: un prelievo ematico per sapere rapidamente se la terapia funziona

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Un semplice prelievo ematico potrebbe essere sufficiente per rilevare, in modo precoce ed affidabile, l’efficacia di un trattamento con ribociclib e letrozolo nella cura del carcinoma della mammella. Lo evidenzia una ricerca presentata recentemente nel corso del congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology, tenutosi a Chicago dal 2 al 6 giugno.

Frutto di una sperimentazione tutta italiana, lo studio BioItaLEE, questi risultati possono essere estremamente importanti per indirizzare le pazienti, in tempi rapidi, verso il miglior trattamento in grado di combattere la neoplasia.

Lo studio BioItaLEE

Scopo dello studio BioItaLEE è stato quello di identificare attraverso il dosaggio di biomarcatori, quindi con un semplice prelievo del sangue, le pazienti che traggono maggior beneficio dalla terapia di associazione con ribociclib e letrozolo.

Questi due farmaci rappresentano un trattamento cardine nella cura del carcinoma della mammella, ma non tutte le pazienti rispondono in modo soddisfacente alla cura. Con questo nuovo metodo sarà quindi possibile accertare precocemente se i medicinali non sono efficaci ed eventualmente passare ad un altro tipo di terapia.

Lo studio ha valutato 287 pazienti con particolari varianti di carcinoma della mammella: HR+ e HER2− ABC. I due trattamenti in combinazione sono stati il ribociclib e letrozolo. Il primo è un inibitore della ciclina D1/CDK4 e CDK6, enzimi che hanno dimostrato di promuovere la divisione cellulare e la moltiplicazione, sia nelle cellule normali che in quelle cancerose. Il secondo è un inibitore dell’aromatasi, un enzima implicato nella biosintesi degli estrogeni, ed è considerato uno dei farmaci emergenti nel trattamento del cancro al seno.

Alla visita basale e a 15 giorni dall’inizio del trattamento sono stati valutati due biomarcatori: il ctDNA e la timidina chinasi (TKa). Mentre il primo rappresenta minuscoli frammenti di DNA che originano dal tumore e poi si diffondono nel circolo ematico, la timidina chinasi è un enzima che svolge un ruolo primario nella sintesi del DNA ed è quindi utilizzato è usato come marcatore di proliferazione nella diagnosi, nel controllo del trattamento e nel follow-up delle neoplasie.

Prevedere la progressione della malattia

Nel corso di un follow-up mediano di 26,9 mesi si è visto che questi biomarcatori erano in grado di predire indipendentemente la sopravvivenza senza progressione della malattia. I risultati hanno evidenziano inoltre come l’analisi combinata delle due variabili migliorava ulteriormente la previsione.

Gli autori concludono che la valutazione precoce e combinata di ctDNA e TKa può aiutare a migliorare la previsione dell’efficacia di un trattamento combinato con ribociclib e letrozolo, catturando le diverse caratteristiche dell’attività biologica del tumore. Auspicano peraltro che questo metodo sia valutato anche in altri contesti di malattia, in risposta a differenti trattamenti e varianti di neoplasia.

 

Franco Folino

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