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L’NT-proBNP è un indice prognostico efficace anche nelle valvulopatie

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CDC/Dr. Edwin P. Ewing, Jr.

Una delle scoperte più importanti nel campo della medicina cardiovascolare degli ultimi anni ha caratterizzato il cuore non solo come una semplice pompa meccanica, ma anche come un organo con intriganti proprietà endocrine.

Differenti studi hanno evidenziato come le camere cardiache siano in grado di produrre ormoni, i peptidi natriuretici, che rivestono un ruolo importante nella regolazione del sistema cardiovascolare, in condizioni normali e patologiche.

La secrezione dei peptidi natriuretici aumenta in situazioni di sovraccarico cardiaco e valutare i livelli di questi peptidi, in particolare il BNP e l’NT-proBNP, offre preziose informazioni diagnostiche e prognostiche nello scompenso cardiaco.

Qualche anno fa è stato pubblicato uno studio sul Journal of the American College of Cardiology, che ha valutato se l’NT-proBNP potesse rappresentare un indice prognostico anche nei pazienti con valvulopatia.

Valvulopatie: NT-proBNP come fattore prognostico

In questo studio, coordinato dal Fuwai Hospital di Pechino, i ricercatori hanno valutato 5.983 pazienti con un’età media di 71 anni e malattia valvolare moderata o grave. Tutti sono stati sottoposti a ecocardiogramma e al dosaggio dell’NT-proBNP.

Nell’analisi è stato considerato il valore dell’NT-proBNP ratio, definito come i valori misurati di NT-proBNP rispetto ai valori normali massimi specifici per età e sesso.

L’endpoint principale dello studio è stata la mortalità per qualsiasi causa.

Valvulopatie: aumenta l’NT-proBNP, aumenta la mortalità

I pazienti inclusi nello studio presentavano in prevalenza un’insufficienza mitralica (1.594) e una insufficienza tricuspidale (1.034). Una stenosi aortica era presente in 305 casi, un’insufficienza aortica in 581 casi e una stenosi mitralica in 189 casi. Una malattia valvolare multipla era presente in 2.280 pazienti.

Nel corso del follow-up di un anno sono stati registrati 561 decessi (9,4%). L’analisi ha rivelato un aumento della mortalità al crescere dei livelli di NT-proBNP ratio per tutte le valvulopatie, tranne la stenosi mitralica.

Tra i diversi sottotipi di valvulopatia, quella che ha presentato l’associazione più forte tra mortalità e valori elevati di NT-proBNP ratio è stata la stenosi aortica (HR 10,5).

L’analisi ha evidenziato inoltre come l’NT-proBNP ratio correli con i dati ecocardiografici, pur con notevoli differenze tra le varie valvulopatie. In particolare, le correlazioni tra l’NT-proBNP ratio e le dimensioni cardiache sinistre erano più forti per l’insufficienza aortica, seguita dall’insufficienza mitralica e dalla stenosi aortica. I ricercatori attribuiscono questa scoperta allo specifico carico emodinamico attribuito a ciascuna valvola, dove la stenosi aortica crea un sovraccarico di pressione puro, mentre l’insufficienza mitralica causa un sovraccarico di volume puro. Per questo, ipotizzano che l’NT-proBNP ratio sia correlato più strettamente alle dimensioni cardiache sinistre nello stato di sovraccarico del volume, rispetto alle situazioni con sovraccarico di pressione.

Anche la funzione sistolica del ventricolo sinistro si è dimostrata correlata ai livelli di NT-proBNP, anche se in misura più debole nei pazienti con stenosi mitralica.

I risultati ottenuti sono rimasti coerenti anche considerando i pazienti sottoposti a cure mediche, con normali frazioni di eiezione ventricolare sinistra e con la presenza di una valvulopatia primitiva.

NT-proBNP un biomarcatore per i pazienti anziani con valvulopatia

I risultati di questo studio rappresentano un’interessante applicazione aggiuntiva al dosaggio dell’NT-proBNP, evidenziando la capacità di questo peptide di fornire informazioni prognostiche non solo nei pazienti con scompenso cardiaco, ma anche in quelli con valvulopatie.

Considerando che i pazienti con malattia valvolare sono molto più numerosi rispetto a quelli con scompenso cardiaco, la potenziale utilità di questo biomarcatore potrebbe essere molto vasta.

Saranno certamente necessari ulteriori studi in questo campo, ma i livelli di NT-proBNP potrebbero aiutare in futuro anche a decidere le misure terapeutiche da adottare nel singolo paziente.

 

Franco Folino

 

 

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