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Interrompere la tachicardia con uno spray nasale: risultati incoraggianti

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Un farmaco ad azione rapida somministrato sotto forma di spray nasale potrebbe un giorno consentire la cura di alcuni tipi di aritmie cardiache non appena i pazienti percepiscono i sintomi. Questa nuova proposta di automedicazione è stata proposta in una recente ricerca, pubblicata sul Journal of American Heart Association. Questo nuovo farmaco è ancora in attesa di approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense.

“Si tratta di un’opzione potenzialmente nuova ed entusiasmante per consentire ai pazienti di autotrattare in modo sicuro il loro battito cardiaco accelerato senza supervisione medica diretta, per evitare visite al pronto soccorso e interventi medici”, ha affermato James E. Ip, autore principale dello studio e professore associato di medicina clinica presso il Weill Cornell Medicine del New York-Presbyterian Hospital, di New York City.

Le manovre vagali

Circa 1 persona su 300 negli Stati Uniti percepisce periodi intermittenti di battito cardiaco accelerato (più di 100 battiti al minuto e più tipicamente 150-200 battiti al minuto) causati da episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare.

Il trattamento standard durante un episodio consiste nel cercare di interrompere questa aritmia eseguendo azioni fisiche chiamate manovre vagali, una delle quali è la manovra di Valsalva. Questa viene eseguita cercando di far aumentare la pressione intratoracica con una espirazione forzata a bocca e naso chiusi, in particolare agendo con diaframma e muscoli addominali. Dopo alcuni secondi di pressione si rilassano muscoli, bocca e naso e si respira normalmente.

Questa, come altre manovre vagali, fanno aumentare l’attività del sistema parasimpatico che a sua volta esercita un’azione specifica interrompendo alcuni tipi di tachicardie sopraventricolari, agendo a livello del nodo atrioventricolare.

Se le manovre vagali autosomministrate non sono efficaci, cosa che accade nel 20-40% dei casi, il soggetto deve rivolgersi al pronto soccorso per cercare di interrompere l’aritmia con la somministrazione di farmaci.

Negli Stati Uniti, ogni anno circa 50.000 visite al pronto soccorso sono dovute ad una tachicardia parossistica sopraventricolare, ha detto Ip.

L’etripamil: un nuovo calcio antagonista non diidropiridinico

In uno studio precedente, le persone affette da questo disturbo si sono autosomministrate etripamil o uno spray nasale placebo per un singolo episodio di battito cardiaco accelerato.

Alla comparsa dei sintomi, i partecipanti hanno applicato un cerotto per eseguire una registrazione elettrocardiografica, hanno eseguito una manovra vagale e, se il battito cardiaco accelerato continuava, si sono autosomministrati lo spray nasale. Il cerotto ECG rimaneva applicato per almeno cinque ore.

In questo studio è la prima volta che l’etripamil, un nuovo calcio antagonista non diidropiridinico, è stato utilizzato senza supervisione diretta. I risultati hanno evidenziato che il ritmo normale è stato ripristinato entro 30 minuti nel 54% dei pazienti, rispetto al 35% con il placebo, e il farmaco è risultato sicuro e ben tollerato.

Il cerotto ECG è un cardiofrequenzimetro indossabile dotato di un piccolo dispositivo con un adesivo che si attacca sulla superficie della pelle del torace ed è collegato in modalità wireless a un telefono cellulare per trasmettere i dati ECG.

Tutte le persone coinvolte nel precedente studio randomizzato sono state invitate a partecipare all’attuale sperimentazione in aperto che ha consentito ai pazienti di autotrattarsi con etripamil durante episodi multipli di tachicardia parossistica sopraventricolare (PSVT).

Dei 169 pazienti arruolati, 105 si sono autosomministrati almeno una dose di etripamil (70 mg) durante il periodo mediano di studio di 232 giorni.

Come un inalatore per i pazienti asmatici

Il nuovo studio ha scoperto che l’etripamil è stato in grado di ripristinare il ritmo sinusale entro 30 minuti nel 60,2% dei 188 episodi PSVT verificati e nel 75,1% degli episodi entro un’ora.

Dei 40 partecipanti che hanno autotrattato due episodi, il 63,2% ha risposto al farmaco entro 30 minuti. Nove persone (23%) non si sono convertite ad un ritmo sinusale in nessuno degli episodi e 21 (53%) si sono convertite in una frequenza cardiaca normale in entrambi gli episodi.

La sicurezza è stata valutata indipendentemente dal fatto che l’episodio fosse confermato dall’ECG. Trentaquattro partecipanti (32,4%) hanno riportato uno o più effetti collaterali del farmaco, più comunemente congestione o disagio nasale da lieve a moderato o naso che cola. Non si sono verificati eventi avversi gravi legati al cuore.

“Non esistono grandi opzioni per i pazienti per autotrattare la tachicardia parossistica sopraventricolare, e questa condizione può causare notevole disagio e ansia”, ha detto Ip. “Simile a un inalatore di albuterolo per i pazienti asmatici o a una penna di epinefrina per i pazienti che soffrono di allergie gravi o anafilassi, l’etripamil spray nasale può essere un’ottima opzione per le persone che soffrono di tachicardia parossistica sopraventricolare”.

Studi in corso per la fibrillazione atriale

Questo nuovo studio è iniziato nel dicembre 2018 e si è concluso nell’ottobre 2020. I partecipanti avevano un’età media di 58 anni, il 62% erano donne e circa l’83% erano adulti bianchi, l’8% adulti afroamericani, il 3% adulti asiatici, il 2% adulti nativi hawaiani o isolani del Pacifico e il 5% altre razze.

A tutti i partecipanti era stata diagnosticata una tachicardia parossistica sopraventricolare e avevano avuto, in media, 9,7 episodi nell’anno precedente. La maggior parte assumeva farmaci ad azione prolungata per prevenire le aritmie. Le persone venivano escluse dallo studio se presentavano determinate altre patologie cardiache come la fibrillazione atriale.

I partecipanti erano bravi a rilevare la presenza della tachicardia, con 92 (87,6%) di loro che avevano uno o più episodi confermati dall’ECG.

Per le persone con fibrillazione atriale, si sta studiando l’etripamil per rallentare rapidamente la frequenza cardiaca.

A differenza degli studi precedenti che confrontavano etripamil con un placebo, questo studio di follow-up in aperto era limitato dalla mancanza di un gruppo di controllo. Lo studio è inoltre limitato anche dal fatto che ha incluso solo gli adulti.

Il trattamento con etripamil di bambini di età compresa tra 6 e 17 anni affetti da tachicardia parossistica sopraventricolare è in fase di valutazione in uno studio separato che inizierà quest’anno. Sebbene la maggior parte dei partecipanti al presente studio si sia autoidentificata come bianca, i ricercatori si aspettano che i risultati siano generalizzabili a persone di altri gruppi razziali/etnici perché studi precedenti hanno dimostrato che il metabolismo dell’etripamil e l’impatto sul nodo AV sono simili indipendentemente dalla razza/etnia.

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