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Livelli di magnesio e rischio di sviluppare diabete dopo trapianto renale

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Un più basso livello sierico di magnesio nella fase di post-trapianto renale sembra essere un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di diabete. A queste conclusioni è giunto uno studio pubblicato sul Journal of the American Society of Nephrology, che ha analizzato in modo retrospettivo 948 pazienti non diabetici sottoposti a trapianto di rene.

La comparsa di diabete di nuova insorgenza in soggetti nefrotrapiantati è un riscontro sempre più frequente nelle casistiche operatorie e i fattori di rischio che sono stati associati a questa manifestazione sono principalmente l’età, l’etnia, l’obesità, la familiarità per diabete e l’uso di corticosteroidi. Tra i fattori di rischio emergenti vi è anche una deficienza di magnesio, un elemento che svolge importanti funzioni, tra cui quelle di mediatore al trasporto transmembrana del glucosio e alla sua ossidazione.

L’ipomagnesemia si può rilevare in pazienti dopo trapianto renale, ed è stata associata all’uso di inibitori della calcineurina. D’altra parte è stato dimostrato in differenti studi, come la supplementazione di magnesio possa svolgere effetti protettivi sullo sviluppo di diabete nelle fasi post-trapianto.

corpuscolo renale mod

In questa sperimentazione i risultati hanno evidenziato come considerando la magnesemia ad un mese dal trapianto, i pazienti con valori ridotti avevano una probabilità maggiore di sviluppare diabete rispetto ai pazienti con magnesio nella norma (24,3% contro il 17,1% a 5 anni, P = 0,01). Risultati simili si ottenevano considerando il valore medio di magnesio nel corso del primo mese dopo il trapianto (23,9% contro il 17,9% a 5 anni, p = 0,03).

Si tratta di risultati estremamente interessanti che confermano la necessità di un monitoraggio attento della magnesemia in pazienti nefrotrapiantati. L’efficacia di interventi correttivi va peraltro valutata in sperimentazioni appositamente disegnate, per ottenere precise informazioni sulle modalità di intervento e i risultati attesi.

Sempre più il magnesio si conferma un elemento essenziale per il funzionamento di cruciali processi fisiologici. Lo sviluppo del diabete nei pazienti nefrotrapiantati si affianca al già ben dimostrato effetto negativo della ipomagnesemia sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

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