Il test all’ajmalina aumenta sostanzialmente la possibilità di diagnosi in familiari di soggetti morti improvvisamente per eventi aritmici. Sono queste le conclusioni di un recente articolo apparso sulle pagine del Journal of the American College of Cardiology, che ha valutato l’utilità del test in oltre 300 famiglie. Tutti i soggetti valutati sono stati sottoposti a elettrocardiogramma a riposo, con derivazioni destre alte, ecocardiogramma, test da sforzo e ECG Holter di 24 ore. Il test all’ajmalina è stato eseguito nel 74% delle persone studiate.
Una malattia cardiaca ereditaria è stata diagnosticata nel 42% delle famiglie e nel 22% dei famigliari. La diagnosi di sindrome di brugada è stata quella più comune (28% delle famiglie, 15% dei famigliari).
Il test all’ajmalina è stato necessario per raggiungere la diagnosi nel 97% dei soggetti studiati.
L’impiego delle derivazioni precordiali destre elevate ha fornito un ulteriore incremento del potere diagnostico del test farmacologico del 16%.
Nel corso del follow-up sono state rilevate alterazioni elettrocardiografiche Brugada tipo 1, spontanee o eventi aritmici significativi nel 17% dei soggetti in cui non era stata raggiunta la diagnosi.