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La sigmoidoscopia per lo screening del carcinoma colon-retto: utile per gli uomini, meno per le donne

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Sono queste le conclusioni cui è giunto un recente articolo pubblicato sulle pagine di Annals of Internal Medicine che affronta il problema della prevenzione del carcinoma colon-rettale su vaste popolazioni.

Il cancro del colon-retto è il terzo tumore più comune al mondo. L’importanza dello di screening è legata al suo sviluppo in fasi successive, premaligne, latenti e precoci. Può essere fatto con test diretti o indiretti, forniti in modo mirato oppure tramite programmi organizzati.

La maggior parte dei carcinomi del colon-retto viene diagnosticata dopo i 60 anni, quindi la maggior parte dei programmi di screening si applica a individui di età compresa tra 50 e 75 anni. Lo screening può ridurre la mortalità specifica per malattia rilevando il tumore in fase e precoce, ma anche la sua incidenza, grazie alla rimozione di lesioni premaligne come i polipi.

In studi randomizzati controllati è stato riscontrato che il test del sangue occulto fecale riduce la mortalità per carcinoma del colon-retto del 13% -33%. Gli studi che hanno utilizzato come strumento di screening la sigmoidoscopia flessibile hanno dimostrato una riduzione del 18% dell’incidenza del tumore e una riduzione del 28% della mortalità.

Questo nuovo studio, realizzato da autori norvegesi, ha utilizzato dati raccolti da registri sanitari nazionali considerando soggetti di età compresa tra i 50 e i 64 anni, senza precedenti clinici, valutati negli anni compresi tra il 1999 e il 2001.

In questo intervallo di tempo i soggetti inclusi nell’analisi erano stati sottoposti a valutazione con sigmoidoscopico flessibile. Il successivo follow-up non è stato realizzato attraverso un programma di visite pianificate, ma dedotto dalle registrazioni realizzate sul database sanitario.

Obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia dell’indagine strumentale nello screening del carcinoma del colon-retto nel corso di un follow-up particolarmente lungo, analizzandone incidenza e mortalità stratificata per genere.

Quasi 100.000 persone sono state divise in due gruppi non bilanciati: screening con sigmoidoscopia (20.552 soggetti) o nessuno screening (78.126 soggetti).

I tassi di adesione sono stati del 64,7% nelle donne e del 61,4% negli uomini. Il follow-up mediano è stato di 15 anni.

Il rischio assoluto per il carcinoma colon-retto è risultato dell’1.9% nel gruppo sottoposto a screening e del 2% in quello non sottoposto a screening. Analizzando i risultati in base al genere è emerso come negli uomini il rischio nei due gruppi sia risultato rispettivamente 1,7% e 2,5%, mentre nelle donne era 0,6% in entrambi i gruppi.

Per quanto riguarda la mortalità, il rischio negli uomini, nei due gruppi, è risultato rispettivamente 0,5% e 0,8%.

I risultati di questo studio sembrano quindi evidenziare con chiarezza come lo screening del carcinoma colon-retto, eseguito con sigmoidoscopia conduca a risultati favorevoli nella popolazione maschile, mentre in quella femminile l’effetto è stato piuttosto scarso.

Questa informazione sarà in futuro di estrema importanza per chi dovrà predisporre programmi di screening in quest’ambito. Sappiamo come nessuna nazione possa offrire esami di screening endoscopici su tutta la popolazione, per problemi di sostenibilità economica e organizzativa. Poter utilizzare su vasta scala esami più economici e di facile esecuzione, e limitare esami più costosi ed invasivi ad un sottogruppo più contenuto, potrà aiutare ad ottenere il miglior risultato in termini di prevenzione, senza gravare eccessivamente sulla spesa sanitaria.

 

 

Øyvind Holme, et al. Long-Term Effectiveness of Sigmoidoscopy Screening on Colorectal Cancer Incidence and Mortality in Women and Men: A Randomized Trial. Ann Intern Med. 2018. Pubblicato online 24 aprile.

 

 

 

 

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