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Fibrillazione atriale: meno alcol si consuma, minori sono le recidive dell’aritmia

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Poco più di due mesi fa vi avevamo presentato i risultati di uno studio che metteva in luce la relazione esistente tra comparsa di fibrillazione atriale e consumo di alcol. Arriva ora, sulle pagine del New England Journal of Medicine una nuova ricerca che evidenzia come l’astinenza dall’alcol sia in grado di ridurre le recidive dell’aritmia nei bevitori che presentano questa aritmia in forma parossistica.

Fibrillazione atriale e alcol

Ormai le conferme sono molte: il consumo di alcol facilita l’insorgenza di una aritmia da fibrillazione atriale. A sostegno di questa associazione vi sono differenti studi che hanno messo in luce una relazione dose-risposta non solo tra assunzione di bevande alcoliche e fibrillazione atriale incidente, ma anche un legame tra il consumo di alcolici e alterazioni strutturali del cuore che possono favorire la comparsa dell’aritmia. Tra questi la dilatazione e il rimodellamento dell’atrio sinistro, e addirittura alterazioni meccaniche atriali.

In questa nuova ricerca gli autori hanno voluto esaminare se il consumo di alcol potesse influire sullo sviluppo di episodi aritmici anche in pazienti che già presentano una forma parossistica di fibrillazione atriale.

Uno studio multicentrico

Per fare questo è stato disegnato uno studio prospettico, in aperto, randomizzato, che è stato condotto in sei ospedali dell’Australia.

La popolazione studiata comprendeva 140 persone, con un’età media di 62 anni, che facevano abitualmente uso di alcol. Questi sono stati divisi in due gruppi a cui è stato chiesto di seguire due comportamenti differenti: continuare a consumare bevande alcoliche come di consueto o astenersi dall’alcol.

I due endpoint principali dello studio erano i periodi di assenza dell’aritmia e la percentuale di tempo passato con una fibrillazione atriale, durante i sei mesi del follow-up.

La comparsa dell’aritmia è stata valutata con due metodiche di monitoraggio elettrocardiografico. Attraverso dispositivi di gestione del ritmo cardiaco, come pacemaker o loop recorder, oppure con l’applicazione per telefono cellulare AliveCor, che basa il suo funzionamento su un semplice sistema di contatto con le dita, ricostruendo così un tracciato elettrocardiografico.

Meno alcol, meno fibrillazione atriale

I risultati hanno evidenziato come i pazienti in cui era stata raccomandata l’astinenza dall’alcol hanno ridotto il loro consumo da 17 a 2 bevande standard a settimana. In questo gruppo è stata evidenziata una comparsa dell’aritmia nel 53% dei pazienti. Nel gruppo di soggetti che invece aveva continuato a consumare bevande alcoliche l’aritmia è stata rilevata in ben il 73% di loro.

È stato inoltre rilevato un periodo più lungo di latenza prima della ricorrenza dell’aritmia nei pazienti del gruppo “astinenza”. Allo stesso modo, la percentuale di tempo passato con una fibrillazione atriale, durante il follow-up è risultato significativamente più basso nel gruppo di “astinenza” rispetto al gruppo di controllo (0,5% versus 1,2%).

Meglio evitare il consumo di alcolici

Il consumo di bevande alcoliche è gravato da molti problemi di salute che vanno dall’ipertensione arteriosa all’obesità, fino alle malattie polmonari e neurologiche. Questo studio non solo conferma l’influenza di queste sostanze sulla fibrillazione atriale, ma evidenzia come anche chi già soffre di questa aritmia potrebbe limitare il numero di recidive astenendosi dal loro consumo.

Una delle principali limitazioni di questo studio riguarda il sistema di monitoraggio adottato per rilevare la fibrillazione atriale. Se le registrazioni ottenute da pacemaker e loop recorder sono certamente molto affidabili, altrettanto non può dirsi della registrazione via cellulare, che ha come limite principale quello di essere avviata dal paziente solo in caso di episodi sintomatici.

I meccanismi fisiopatologici

Gli autori pongono alcuni meccanismi che potrebbero essere responsabili della relazione tra consumo di alcol e recidiva aritmica.

Il primo mette in relazione il consumo di alcool con una possibile modulazione del sistema neurovegetativo e un conseguente incremento del tono vagale.  Il secondo correla il consumo eccessivo di alcol con l’attivazione di fenomeni infiammatori a livello cardiaco.

 

Franco Folino

 

 

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