Uno studio di modellizzazione ha rilevato che quando lo screening mammografico annuale viene esteso oltre i 75 anni il numero molto ridotto di decessi evitati per cancro al seno può essere non adeguatamente compensato dal costo e dai potenziali danni della diagnosi. La mammografia di screening biennale all’età di 80 anni è più conveniente, ma il numero assoluto di decessi evitati è piccolo, specialmente per le donne con altre condizioni di salute pregresse. Sono questi i dati di un recente studio statunitense, pubblicati sulla prestigiosa rivista Annals of Internal Medicine.

La Task Force dei servizi preventivi degli Stati Uniti raccomanda lo screening mammografico ogni due anni per le donne fino a 74 anni e l’American Cancer Society raccomanda le mammografie per le donne oltre i 74 anni se hanno un’aspettativa di vita di 10 o più anni. Queste raccomandazioni differiscono perché relativamente poche donne di età superiore a 74 anni sono state incluse in studi randomizzati controllati progettati per raccogliere informazioni al fine di stilare le linee guida cliniche.

Il rapporto costo/beneficio

I ricercatori del National Cancer Institute e del National Institute of Health hanno utilizzato i dati del programma SEER (Surveillance, Epidemiology, and End Results) e del Breast Cancer Surveillance Consortium per confrontare la morte, la sopravvivenza e il costo dello screening mammografico annuale o biennale per il cancro al seno dall’età di 65 anni fino a 75, 80, 85 e 90 anni, attraverso i livelli di comorbilità. I ricercatori hanno adattato un modello di microsimulazione Markov, precedentemente pubblicato, per valutare gli interventi in donne di 65 anni o più senza una precedente diagnosi di carcinoma duttale in situ (DCIS) o carcinoma mammario invasivo.

Hanno scoperto che lo screening mammografico ogni anno dopo i 75 anni non ha fornito più benefici che danni per quanto riguarda la qualità della vita di una donna e il costo delle cure.

Al contrario, lo screening mammografico ogni due anni tra i 75 e gli 80 anni ha fornito più benefici che danni. Tuttavia, sono stati evitati pochi decessi, soprattutto per le donne con condizioni di comorbidità. Secondo gli autori dello studio, le donne che prendono in considerazione lo screening oltre i 75 anni devono valutare i danni di una diagnosi eccessiva, rispetto al potenziale beneficio di evitare la morte per cancro al seno.

Va sottolineato che si tratta di uno studio statunitense, quindi il rapporto costo/beneficio della mammografia è stato calcolato avendo come riferimento la spesa per l’esame in vigore in questo paese. Rimangono peraltro valide le considerazioni che hanno preso in considerazione il rapporto tra beneficio clinico e possibili effetti dannosi della diagnosi a differenti livelli.

 

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