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Altri riscontri negativi per gli stent riassorbibili. I dispositivi metallici restano più efficaci e sicuri

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PREMIER stent metallico/Courtesy Boston Scientific

Solo qualche mese fa era stato pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology un lavoro che evidenziava come nel confronto con i classici stent metallici, i più recenti stent riassorbibili sembravano essere meno efficaci e gravati da un maggior rischio di sviluppare fenomeni trombotici locali (vedi articolo in altra parte del giornale). Arriva ora una conferma a questi risultati da una metanalisi che ha confrontato i due tipi di stent, considerando un follow-up di due anni.

Il lavoro ha incluso nell’analisi 5.583 pazienti derivati da differenti trial, tra cui 3.389 dallo studio ABSORB. Di questi, 3.261 erano stati randomizzati all’impianto di uno stent riassorbibile e 2.322 ad uno stent medicato.

L’endpoint principale di efficacia era un composito che includeva mortalità cardiaca, infarto miocardico in territorio del vaso target e rivascolarizzazione del vaso target. L’endpoint per la sicurezza era una trombosi intrastent, certa o probabile.

Per quanto riguarda l’endpoint primario di efficacia, il rischio a due anni è risultato significativamente più elevato nei pazienti in cui era stato impiantato uno stent riassorbibile. In particolare, le maggiori differenze sono state rilevate per quanto riguarda gli infarti nel territorio del vaso target e le sue rivascolarizzazioni.  Al contrario, non sono state identificate differenze tra stent riassorbibili e stent metallici cobalto-cromo everolimus nel rischio di mortalità complessiva, mortalità cardiaca e rivascolarizzazione.

Anche per quanto riguarda l’endpoint sulla sicurezza, i pazienti trattati con stent riassorbibili hanno avuto un risultato peggiore, con una più elevata frequenza di fenomeni trombotici intrastent.

L’analisi dei risultati di questo studio è in realtà molto più complessa di quanto le conclusioni possano far pensare. Analizzando i differenti sottogruppi, si possono notare esiti molto differenti nel confronto tra le due tipologie di stent. Così, ad esempio, i pazienti diabetici hanno evidenziato risultati migliori, per quanto riguarda l’endpoint primario di efficacia, con l’utilizzo di stent riassorbibili.

Nel complesso però i dati che emergono sembrano porre serie perplessità sull’utilizzo di questa nuova generazione di stent, nei confronti dei più collaudati dispositivi metallici medicati. A questo punto andranno indirizzati nuovi accorgimenti, nelle terapie mediche concomitanti o nelle tecnologie utilizzate, per risolvere i problemi riscontrati con l’utilizzo degli stent riassorbibili, senza rinunciare agli indiscutibili vantaggi che possono offrire.

 

 

Franco Folino

 

Cover image volume 390, Issue 10091

 

Ziad A Ali, et al. 2-year outcomes with the Absorb bioresorbable scaffold for treatment of coronary artery disease: a systematic review and meta-analysis of seven randomised trials with an individual patient data substudy. The Lancet, Published Online July 18, 2017.

 

 

 

 

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