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Reflusso gastroesofageo: la diagnosi secondo il Lyon Consensus

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Manometria esofagea ad alta risoluzione. Da C Prakash Gyawali, et al. Modern diagnosis of GERD: the Lyon Consensus. Gut, Published Online First, 2018.

La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è un problema medico cronico molto comune, che si stima possa affliggere fino al 40% della popolazione, con sintomi che si presentano almeno una volta al mese.

I sintomi della GERD possono variare dal bruciore di stomaco al rigurgito, fino alla tosse e alla raucedine.

Gli inibitori della pompa protonica sono considerati farmaci di scelta, tuttavia, il loro utilizzo a lungo termine può portare a effetti indesiderati.

Mentre i sintomi di molti pazienti rispondono al trattamento medico, la diagnosi e la cura in coloro i cui sintomi non rispondono a un inibitore della pompa protonica (PPI) può essere difficile.

Nei casi resistenti, sono stati provati in alternativa gli inibitori transitori dello sfintere esofageo inferiore, come gli agonisti del recettore dell’acido gamma-aminobutirrico, il baclofene e gli antagonisti del recettore 5 del glutammato metabotropico, ma anche per loro sono stati registrati effetti collaterali significativi.

Le abitudini alimentari irregolari si associano molto frequentemente alla GERD, perché l’assunzione di cibo tra i pasti aggrava la distensione gastrica nello stomaco superiore e genera rilassamenti transitori dello sfintere esofageo inferiore, innescando il reflusso.

Considerando la relazione tra abitudini alimentari irregolari e fisiopatologia della GERD, si suggerisce che due pasti regolari al giorno con solo fluidi nel mezzo possano ridurre il reflusso e portare alla guarigione.

Proprio sulla risposta alla terapia farmacologica e sulla tipica sintomatologia, si basa la diagnosi di questa malattia, ma in caso di incertezza si può passare ad altre indagine quali l’endoscopia, per la valutazione della mucosa, o la pH-metria/ pH-impedenzometria, per quantificare il carico di riflusso.

Oesophagogastric junction morphology as depicted in HRM.

Per cercare di fornire una guida alla diagnosi di GERD è stato recentemente pubblicato un documento di consenso, il Lyon Consensus, dove vengono valutati i test diagnostici comunemente utilizzati, classificando i risultati in modo da stabilire o confutare una diagnosi di malattia.

Il documento, di libero accesso, pubblicato sulla prestigiosa rivista Gut, è stato redatto con il supporto di European Society of Neurogastroenterology and Motility (ESNM), American Neurogastroenterology and Motility Society (ANMS), South American and Latin Society (SLNG), Asian Neurogastroenterology and Motility Association (ANMA) e Australasian Neurogastroenterology and Motility Association (ANGMA).

Nell’articolo vengono passate in rivista le fasi e gli esami strumentali indicati nella diagnosi di GERD, a iniziare dalla storia clinica. Sono successivamente discusse le possibili cause di falsa risposta al trattamento con PPI, considerando che il 69% dei pazienti con esofagite, il 49% dei pazienti con malattia da reflusso non erosiva e il 35% dei pazienti con endoscopia e pH-metria normali riferiscono una risoluzione dei sintomi dopo un trattamento con questi farmaci.

Il documento discute quindi il ruolo dell’endoscopia e della biopsia, con particolare riguardo alla loro efficacia nel discriminare le differenti forme di malattia, ed in particolare per la diagnosi di esofagite eosinofila.

Viene quindi analizzato in dettaglio Il monitoraggio ambulatoriale del reflusso, che può fornire la diagnosi definitiva di GERD, in pazienti con endoscopia normale, sintomi atipici o quando si debba prendere in considerazione il trattamento chirurgico. Sono fornite precise indicazioni sull’interpretazione dei risultati nella pH-metria/impedenzometria, anche in relazione all’associazione temporale dei sintomi da reflusso.

Una parte molto importante dell’articolo è quella riservata all’analisi della funzione di barriera della giunzione gastroesofagea. Riconoscendone la complessità, si giunge alla conclusione che non esiste un esame singolo che ne possa valutare in modo completo il funzionamento. Quindi, viene proposta l’adozione di due parametri di valutazione.  Il primo che esprima la morfologia anatomica della giunzione e il secondo che riassuma il suo vigore contrattile.

Non viene trascurata la peristalsi esofagea, che viene analizzata in un paragrafo dedicato, e i test provocativi, tra cui le deglutizioni ripetute e il rapid drink challenge.

Il documento si conclude affermando che la GERD è una malattia complessa, con un profilo sintomatologico eterogeneo e una base patogenetica multiforme, che rappresenta spesso una sfida diagnostica. Infine, con uno sguardo al futuro, si pone come obbiettivo la definizione dei fenotipi di GERD per arrivare ad un trattamento personalizzato sul singolo paziente.

 

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C Prakash Gyawali, et al. Modern diagnosis of GERD: the Lyon Consensus. Gut, Published Online First, 2018.

 

 

 

 

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